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Giustizia, si va avanti fino al 9 luglio sulla separazione delle carriere: l’opposizione dà battaglia

Nessun contingentamento dei tempi per l’esame in Aula del disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato, che ha scelto di non imprimere alcuna accelerazione, mantenendo invece un ritmo ordinario per l’iter del provvedimento. I lavori proseguono oggi, alle 10: l’Aula riprenderà la discussione generale, seguita…
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Nessun contingentamento dei tempi per l’esame in Aula del disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato, che ha scelto di non imprimere alcuna accelerazione, mantenendo invece un ritmo ordinario per l’iter del provvedimento.

I lavori proseguono oggi, alle 10: l’Aula riprenderà la discussione generale, seguita dal question time. Nel pomeriggio approderà anche il testo di riforma sui consigli regionali. Una nuova conferenza dei capigruppo è stata fissata per martedì 8 luglio: in quella data il disegno di legge tornerà all’esame dell’Aula.

Clima infuocato in Senato

Durante la giornata, il clima politico è stato infiammato dagli interventi del Movimento 5 Stelle, che ha ribadito la propria netta contrarietà al provvedimento. Il senatore Bruno Marton ha attaccato frontalmente il centrodestra: «Hanno la necessità di dividere la magistratura per poterla controllare. Siccome ogni settimana ne indagano o arrestano uno tra consiglieri regionali e presidenti di Regione, vogliono proteggersi».

Per Luigi Nave, «questa non è una riforma neutra, ma ideologica. Si vuole isolare e indebolire il pubblico ministero, rendendolo separato e potenzialmente condizionabile». Dello stesso tono le parole della senatrice Felicia Gaudiano: «Questo testo ha un sapore punitivo evidente. Non serve a migliorare la giustizia ma ad assecondare interessi di parte». Nel frattempo, la conferenza dei capigruppo ha stabilito che i lavori dell’Aula proseguiranno fino al 9 agosto. Sono sei i decreti che dovranno essere discussi prima della pausa estiva.

Posizioni opposte

Sulla riforma costituzionale è intervenuto anche Cesare Parodi, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Parodi ha attaccato il meccanismo del sorteggio per la composizione del Csm, previsto nella riforma: «Non serve scrivere che il pm sarà asservito al potere esecutivo, basta ottenere il risultato con mezzi indiretti. Il sorteggio cancella la rappresentanza della magistratura. Così si elimina la funzione costituzionale del Csm, che garantisce l’autonomia del potere giudiziario».

Secondo Parodi, la separazione delle carriere avrebbe potuto essere introdotta con legge ordinaria, ma si è preferito l’iter costituzionale per imprimere un indirizzo politico più netto. In difesa della riforma si è espresso invece il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Durante la presentazione di un libro alla Fondazione Einaudi, Sisto ha affermato che «il sorteggio libera il magistrato dal giogo delle correnti e ripristina la meritocrazia».

Secondo Sisto, il ddl sulla separazione delle carriere – inizialmente considerato marginale rispetto a premierato e autonomia differenziata – potrebbe ora essere l’unico a vedere la luce entro la fine della legislatura. «Sembrava un esercizio accademico, ma dopo due anni di dibattito il governo ha tirato una linea». La riforma resta dunque il terreno di scontro principale tra governo e opposizione.

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