Le Regioni vanno in ordine sparso in vista delle elezioni. Dopo la proposta avanzata dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in seno alla Conferenza Stato – Regioni, con cui ha chiesto di interrogare il Governo per valutare la possibilità di far slittare la scadenza naturale della legislatura, per cinque enti territoriali alla prossima primavera, «così da poter portare a compimento importanti progetti legati al Pnrr», bocciata in particolare dal collega toscano, Eugenio Giani, sia tra le regioni che tra le forze politiche non c’è omogeneità di vedute.
Le Marche e la Toscana, appunto, vogliono votare subito, tanto che nella regione adriatica le urne potrebbero aprirsi in solitaria alla fine di settembre, anche se il candidato presidente in pectore per il Campo Largo, l’europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ritiene che si «debba votare a ottobre con le altre», mentre per il territorio guidato da Firenze, lo stesso Giani ha ipotizzato come data per il voto o domenica 12 ottobre o la successiva, il 19, come era nelle previsioni viste la scadenza naturale della legislatura.
Le posizioni
Anche in Campania, c’è chi vorrebbe votare senza proroga. Tra questi, il leader di Forza Italia, Fulvio Martusciello, che fa il riepilogo delle diverse posizioni tra le cinque regioni chiamate al voto in autunno: Il fronte delle Regioni al voto è disunito. Ognuna va per conto suo. Le Marche e la Toscana, per motivi diversi, vogliono votare subito. Veneto e Campania, invece, puntano ad andare quanto più tardi possibile alle urne.
In Puglia si consuma lo scontro interno al centrosinistra tra il presidente Michele Emiliano e il potenziale candidato Antonio Decaro. Non esiste un fronte unico e, quindi, non esiste una richiesta univoca. A questo punto è chiaro che la scelta della data delle elezioni regionali in Campania spetta al presidente De Luca. «Noi proponiamo il 16 novembre. Ma è tempo che si sappia quando si vota», sottolinea il segretario regionale dei berluscones. È da ricordare che questa anomalia del voto autunnale risale a cinque anni fa al 2020 quando terminò la legislatura precedente. Quell’anno, come si ricorderà, tra maggio e giugno, però, era ancora in vigore il lockdown obbligato dalla pandemia da Coronavirus e non c’erano i presupposti minimi per allestire seggi e immaginare luoghi affollati.
Così, come tanti appuntamenti, basti pensare alle olimpiadi di Tokyo o a tante fiere, furono posticipate in autunno, quando gli effetti del distanziamento stavano già dando buoni risultati e il virus sembrava in fase di contenimento. «È un appuntamento straordinario dettato dalla straordinarietà della situazione», si disse allora e in molti ipotizzarono che le prossime elezioni si sarebbero svolte in modo anticipato nella primavera 2025. Cosa che poi non è accaduta, anzi con la discussione di questi giorni si tenta di prolungare le legislature per risolvere il problema della data inusuale.