Il decreto Sicurezza è approdato in Senato per il voto di fiducia, dopo l’approvazione alla Camera la scorsa settimana, scatenando immediate e vivaci proteste da parte delle opposizioni.
Il provvedimento è giunto a Palazzo Madama senza mandato al relatore e senza che alcuno dei 131 emendamenti presentati dalle minoranze fosse discusso in commissione, generando l’accusa di «ennesima forzatura» da parte di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).
La tensione in aula è culminata con la decisione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, di sospendere la seduta e convocare la conferenza dei capigruppo.
La sospensione è avvenuta dopo che i senatori di Pd, M5s e Avs, in segno di protesta contro il dl Sicurezza, si sono seduti a terra al centro dell’emiciclo, intonando cori di «vergogna».
La protesta è scattata al termine del minuto di silenzio in ricordo dell’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini. Nonostante l’iniziale invito di La Russa a proseguire i lavori, i cori e la «protesta pacifica» hanno indotto il Presidente a interrompere la seduta.
Le accuse delle opposizioni: «Attacco alla democrazia e repressione del dissenso»
Il malcontento delle opposizioni si concentra sulla metodologia adottata per l’approvazione del decreto e sui suoi contenuti.
La senatrice Enza Rando (Pd), responsabile legalità e contrasto alle mafie nella segreteria nazionale del partito, ha definito il metodo «un calpestio del Parlamento» e un «aggiramento del confronto democratico». Rando ha sottolineato come non sussista alcuna emergenza di ordine pubblico tale da giustificare il provvedimento, che a suo dire mira solo ad «alimentare la propaganda della paura», reprimendo il dissenso e criminalizzando la povertà.
Tra le criticità evidenziate, la senatrice ha citato la detenzione per madri con figli minori, il Daspo urbano arbitrario e il reato di resistenza passiva, definendo il decreto un «manifesto ideologico che sostituisce il diritto con la repressione».
Anche il Movimento 5 stelle ha espresso forte preoccupazione. La senatrice Sabrina Licheri, capogruppo in commissione Industria e attività produttive, ha denunciato come il dl Sicurezza rischi di «mettere una pietra tombale sul settore della canapa industriale», un comparto che impiega oltre 20mila lavoratori e conta tremila aziende. Licheri ha accusato l’esecutivo di portare avanti una «battaglia folle e ideologica» in contrasto con le normative nazionali ed europee, che finirebbe per favorire la criminalità organizzata a discapito dei produttori italiani.
Dure anche le parole del senatore Andrea Giorgis (Pd), che ha parlato di «gravissimo abuso della decretazione d’urgenza» e «mortificazione senza precedenti del ruolo del Parlamento».
Sulla stessa linea la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), che ha denunciato la volontà politica di «schiacciare il Parlamento», impedendo la discussione dei 131 emendamenti.
Il capogruppo di Avs, Peppe De Cristofaro, ha definito la situazione di «gravità inaudita» e una «scelta evidente di blindatura totale del testo».