I capi di imputazione, con cui la Procura di Milano contesta a Daniela Santanchè e ai suoi coimputati le false comunicazioni sociali per il caso Visibilia e alla stessa società le carenze nel modello organizzativo, vanno riscritti. È quanto prevede la nuova giurisprudenza, utilizzata ieri dal Tribunale di Milano, nel corso della prima udienza a carico della stessa parlamentare e di altre 16 persone, con cui ha chiesto ai pubblici ministeri di riformulare le imputazioni relative al falso in bilancio, suddividendo le singole annualità e posizioni, in pratica chiedendo di spiegare chi ha fatto cosa, e di indicare quale sia stato il deficit organizzativo di Visibilia srl attualmente in liquidazione.
Il collegio della seconda sezione penale dello stesso Tribunale si è richiamata a una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso anno, in cui in caso di “genericità” o “indeterminatezza” del capo di imputazione è opportuno sollecitare il pm, a cui vengono restituiti gli atti, a effettuare integrazioni o precisazioni. E questo per una ragione di economia processuale, ossia per evitare una dichiarazione di nullità e il regresso del procedimento alla fase della chiusura delle indagini.
La richiesta
In aula, infatti, il presidente Giuseppe Cernuto ha spiegato che il capo di imputazione non è che non sia comprensibile (quindi non è lesivo del diritto di difesa) ma va reso “più chiaro”, specificando le accuse anno per anno e a chi si riferiscono. E poi ha invitato a indicare quali siano le carenze contestate in merito all’adozione dei modelli organizzativi da parte di Visibila in liquidazione. A ciò si aggiunge la richiesta di produrre i bilanci che sarebbero stati falsificati e di inserirli tra gli atti del dibattimento.
Il Tribunale di Milano ha chiesto inoltre ai pm di “produrre”, ossia inserire nel fascicolo del dibattimento, i bilanci della società. Così, con questa richiesta si è conclusa la prima udienza del processo in cui si contesta a Santanchè e ai suoi coimputati le false comunicazioni sociali e, alla società, le carenze nel modello organizzativo. Subito dopo il presidente Cernuto, a cui è stata posta anche una questione di nullità dell’avviso di conclusione delle indagini, ha rinviato l’udienza al prossimo 13 maggio.
L’esposto
Intanto, sempre per quanto riguarda il procedimento a carico della ministra, la Procura di Milano aprirà a breve un fascicolo dopo il deposito di un esposto da parte di Giuseppe Zeno, socio di minoranza di Visibilia, sull’operazione di cessione quote per circa 600mila euro da Athena, società di Daniela Santanchè, a Wip Finance, società svizzera sotto indagine amministrativa nel Paese elvetico.
Da quanto si apprende, la Procura, diretta da Marcello Viola, e con l’aggiunto Roberto Pellicano inizierà gli accertamenti, dopo che già un esposto dei piccoli azionisti, capeggiati da Zeno portò di fatto all’apertura della prima indagine, che ha portato al processo per falso in bilancio è iniziato oggi.