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Premierato, il Governo accelera tra critiche e polemiche: provvedimento in Commissione a gennaio

Il Premierato fa il suo ingresso nella discussione parlamentare. Dopo mesi di trattative riservate e approfondimenti nelle stanze di Montecitorio, la riforma che introdurrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio approderà a gennaio alla Camera. Il governo ha chiesto di calendarizzarla nei lavori d’aula già dopo il rush finale sulla manovra, suscitando sospetti e critiche…
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(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Il Premierato fa il suo ingresso nella discussione parlamentare. Dopo mesi di trattative riservate e approfondimenti nelle stanze di Montecitorio, la riforma che introdurrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio approderà a gennaio alla Camera.

Il governo ha chiesto di calendarizzarla nei lavori d’aula già dopo il rush finale sulla manovra, suscitando sospetti e critiche da parte delle opposizioni. Il Partito Democratico teme che l’accelerazione della maggioranza sia dettata dall’ansia di blindare la «poltrona» di Palazzo Chigi in vista della prossima legislatura.

La riforma, voluta da Giorgia Meloni e dai suoi, corre parallela al dibattito sulla legge elettorale, tornata al centro dell’attenzione dopo le recenti elezioni regionali.

I lavori

Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha chiarito che la normativa deve essere «adatta al Premiérato» e non funzionale a un singolo schieramento politico. «Il proporzionale con premio di maggioranza e indicazione del premier è il modo più trasparente per chi non si occupa di politica», ha spiegato, sottolineando come il modello sia analogo a quello dei sindaci e delle Regioni.

Il percorso, tuttavia, è lungo: serviranno tre letture tra Camera e Senato e l’eventuale referendum prima che la riforma possa diventare legge, rendendo improbabile la sua applicazione alle elezioni del 2027. Sulla fattibilità dei tempi si è espresso anche Ignazio La Russa, presidente del Senato, che ha definito l’adozione del Premiérato una «scelta politica»: i tempi ci sarebbero, a patto che la maggioranza decida di sfruttarli.

Secondo La Russa, l’errore storico sarebbe stato partire con il Premiérato anziché con il presidenzialismo, ma la legge elettorale resta fondamentale per evitare stalli o governi tecnici, auspicando un consenso bipartisan.

Le reazioni

Le opposizioni, però, non intendono arretrare. Chiara Braga, presidente dei deputati Pd, denuncia un colpo basso del governo: «Meloni alza la voce e riafferma la bandiera del Premiérato per una donna sola al comando. Noi ci opporremo a una riforma che scardina i capisaldi della democrazia parlamentare e mette sotto attacco il ruolo del presidente della Repubblica».

Ancora più dura la critica di Riccardo Magi, segretario di +Europa, che definisce il combinato «Premiérato più legge elettorale Meloncellum» come «l’anticamera dei pieni poteri» e invoca una opposizione durissima per tutelare la democrazia. Con la riforma in commissione già a gennaio e l’approdo in aula previsto nei mesi successivi, il dibattito parlamentare sul Premiérato si prepara a diventare il primo grande banco di prova della legislatura.

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