Una occasione sprecata, ecco che cosa si sta delineando essere la Misura 6 del Pnrr Salute per il Meridione d’Italia. Il sud arranca. E ad oggi case di comunità e ospedali territoriali sono una chimera. Risultato? Anche se con qualche crepa il centro-nord sta portando avanti gli obiettivi. Il sud ancora no.
L’allarme
A lanciare l’allarme è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (in sigla Upb) in un report dedicato proprio ai programmi della missione Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr prevede infatti un vincolo di destinazione delle risorse al Mezzogiorno (almeno il 40% del totale), «ma la revisione verso il basso dei target sugli interventi edilizi e la mancanza di nuovi obiettivi regionali coerenti con la revisione potrebbe non garantire il previsto riequilibrio infrastrutturale anche se i traguardi europei fossero rispettati». Insomma da qui a qualche anno avremo ancora una sanità che va a due velocità, anzi no perchè il Settentrione di Italia potrebbe ampliare la sua offerta e il Meridione restare al palo. Lo dicono i numeri.
Fondi spesi e quelli stanziati
Dei 15,6 miliardi stanziati sono stati spesi finora solo 2,8 miliardi. Il Focus dell’Upb è un campanello d’allarme: non basta fare i bandi, avviare i cantieri e firmare riforme. Ci vuole di più. Serve una visione sistemica, un investimento stabile sulle risorse umane e una governance condivisa tra Stato e Regioni, capace di superare gli squilibri territoriali. Ad oggi non c’è. Il Pnrr Salute può ancora trasformare il Ssn, ma solo se sarà pienamente messo in funzione. Altrimenti sarà tutto sprecato e gli annunci politici resteranno vuoti.
Dal focus dell’Upb risulta che il Sud ha utilizzato solo il 18,5% delle risorse per le Case di Comunità e il 19,1% per gli Ospedali di Comunità, contro valori molto più alti nel Centro-Nord.
Il divario
Non solo, nel focus si evidenzia quello che potrebbe essere un vero pericolo: «Qualora, una volta raggiunti gli obiettivi europei, venisse meno l’attenzione al completamento delle opere programmate, che dovrebbero essere finanziate anche da altre risorse, non si realizzerebbe il riequilibrio territoriale e non sarebbe assicurato il rispetto degli standard dell’assistenza territoriale su tutto il territorio nazionale». Insomma tra cantieri e personale si potrebbe arrivare ad avere degli scheletri di cemento sul territorio che mai termineranno e questo al Meridione potrebbe pesare tanto da rendere sempre più alto il divario tra le due Italie.
I servizi, l’assistenza
Ancora più preoccupante risulta ad oggi il quadro dei servizi: solo il 3 per cento delle CdC offre i servizi obbligatori previsti dal DM 77, con gravi carenze di personale medico e infermieristico.
Telemedicina, Cot, Adi
In ritardo in tutto il sud d’Itlaia anche il sistema stesso, arrancano le regioni del sud sull’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico è in alcune regioni un miraggio l’assistenza domiciliare (o come in Basilicata e in Puglia elargita col contagocce), le Centrali operative territoriali (COT) sono attive, ma le informazioni sui pazienti in assistenza domiciliare risalgono al 2023, mentre la telemedicina ha subito un rallentamento, anche se il target è diventato più ambizioso; la digitalizzazione dei Dipartimenti di emergenza urgenza (DEA) è in ritardo rispetto alla scadenza di fine anno, soprattutto al Sud.