È calato il sipario su Pippo Baudo, volto simbolo della televisione italiana. Dopo l’ultimo saluto al Teatro delle Vittorie di Roma, che lo ha visto protagonista per decenni, il feretro ha ricevuto la benedizione di padre Albino Marinolli tra lunghi applausi e commozione per la sua scomparsa, sabato 16 agosto.

Oltre ottomila persone hanno reso omaggio al conduttore, insieme a volti noti dello spettacolo: Amadeus lo ha definito «irripetibile, ha fatto la televisione», Panariello lo ha chiamato «santo patrono del varietà», mentre Ambra Angiolini ha ricordato la sua attenzione umana prima ancora che professionale. Marco Masini gli ha attribuito il merito di aver sdoganato «Vaffanculo», Michele Bongiorno ha parlato di amicizia sincera tra i padri, un legame segnato anche dalle comuni radici siciliane.

«Non c’è un aggettivo che tenga: Pippo Baudo ha fatto moltissimo per la Rai che deve tantissimo a lui. Più che una statua a Sanremo la Rai dovrebbe pensare a sostituire il cavallo di Viale Mazzini con una statua di Pippo Baudo che ha tracciato un solco enorme insegnando, solo guardandolo, come si fa la tv a tutti noi. Chi insegnerà ai giovani di oggi a fare la tv? Guardando ieri sera ‘Papaveri e Papere’ mi sono chiesto: questa è la televisione. Programma meraviglioso, con racconti e tempi per esibizioni lunghissime. Oggi si è persa di vista la grandissima tv di cui Baudo è stato l’artefice». Così Rosario Fiorello a margine della commemorazione all’uscita dal Teatro delle Vittorie.

A salutare Baudo anche Heather Parisi, che ha pubblicato un’intervista inedita del 2008, definendola un «arrivederci» più che un addio. Domani, mercoledì 20 agosto alle 16, Militello in Val di Catania accoglierà il suo figlio più illustre per l’ultimo saluto nella Chiesa di Santa Maria della Stella, dove riposerà accanto ai genitori. Con lui se ne va un pezzo di storia della televisione e della cultura italiana, un volto familiare che ha accompagnato generazioni intere e che resterà per sempre nella memoria collettiva.