Chiedeva soldi al padre estorcendoglieli sotto la minaccia di mettere in giro la voce che lui la violentava a casa. Uno scambio di messaggi tra una quindicenne, con la complicità del fidanzato di poco più grande, e suo padre, entrambi di Palermo. L’uomo non è riuscito a sopportare la pressione e si è suicidato a marzo del 2024. Aveva lasciato anche due lettere prima di morire dove ammetteva di non riuscire a perdonare la figlia
«Dammi i soldi perché quanto e vero Dio mi metto a inventare cose ma cosi indegne che ti ammazzano davvero. Mi invento la qualsiasi pure che mi hai violentata»
I messaggi contenuti nelle chat fanno parte dell’impianto accusatorio che ha poi favorito l’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale minorile del capoluogo siciliano. Tra padre, 48enne ormai vedovo da tempo, e figlia quindicenne, c’era un rapporto conflittuale che si era trasformato in una estorsione continua, tanto che le richieste di denaro erano via via diventate più insistenti e maggiori.
I ragazzi compravano di tutto: console per videogames, trucchi e vestiti. L’uomo era arrivato e implorarla di smettere perché non aveva più soldi per comprare da mangiare. A volte la figlia arrivava a minacciarlo fisicamente, spendendo il nome del fidanzato e della famiglia di lui che aveva contatti col mondo della criminalità organizzata
Per la Procura dei minori di Palermo, tutto sarebbe nato dopo la morte della madre e l’arrivo di un’altra donna in casa. La 15enne si era allontanata andando a casa del fidanzato e pretendendo continuamente soldi. Anche negli ultimi messaggi la ragazzina scriveva «Tu vuoi di nuovo la guerra. Non ti e bastato tutto quello che è successo vero. La macchina rotta. Tu all’ospedale. Tu vuoi arrivare vero a cose più gravi e te ne vuoi andare vero dall’Italia a dormire sotto un ponte».