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Migranti, il decreto Flussi è legge. Via libera al Senato ma il Csm boccia l'”emendamento Musk”

Via libera al decreto Flussi che, dopo aver ottenuto la fiducia al Senato, diventa legge. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è diventato dunque definitivo. Tra le novità più importanti, un nuovo elenco di "Paesi sicuri" - tra cui Egitto, Marocco e Bangladesh - e, soprattutto, la competenza delle Corti d’Appello e non più dei…

Via libera al decreto Flussi che, dopo aver ottenuto la fiducia al Senato, diventa legge. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è diventato dunque definitivo.

Tra le novità più importanti, un nuovo elenco di “Paesi sicuri” – tra cui Egitto, Marocco e Bangladesh – e, soprattutto, la competenza delle Corti d’Appello e non più dei Tribunali specializzati per quanto riguarda la convalida del trattenimento dei migranti richiedenti asilo. È quello che è stato ribattezzato “emendamento Musk“, perché arrivato dopo l’attacco del magnate americano ai giudici italiani che avevano sospeso i trasferimenti dei migranti nei centri in Albania.

Il Csm contro l'”emendamento Musk”

Argomento, quest’ultimo, che ha tenuto particolarmente banco nelle scorse settimane, soprattutto nelle tensioni tra maggioranza e magistratura. Tensioni che non sembrano placarsi.

Dal plenum del Csm arriva, infatti, un parere negativo – sebbene non vincolante – al trasferimento deciso dal governo per alcune competenze in materia di convalida del trattenimento dei richiedenti asilo dai giudici delle sezioni immigrazioni dei Tribunali alle Corti di Appello.

Nel parere si evidenziano alcune criticità sull’emendamento approvato dalla maggioranza: secondo il documento, il cui relatore è Roberto Fontana, «l’attribuzione della competenza alle Corti d’appello imporrà una riorganizzazione degli uffici giudiziari di secondo grado, che si troveranno comunque investiti di un numero di reclami» che «appare non irrilevante, e ciò, soprattutto, in una materia che, come riconosciuto dallo stesso legislatore, richiede di essere trattata non solo con celerità e priorità rispetto agli altri procedimenti». In più, tra le altre cose, «l’attribuzione delle illustrate nuove competenze non risulta, allo stato, accompagnata dalla previsione di un aumento di organico degli uffici giudiziari di secondo grado». Non da ultimo, «incrina il consolidato assetto giurisdizionale in tema di convalida dei trattenimenti, sin qui imperniato sull’attribuzione della relativa competenza alle Sezioni specializzate in materia di immigrazione».

La maggioranza esulta

Tutto questo, però, non scoraggia la maggioranza che esulta. «Chi deve entrare e chi no lo decide lo Stato e non gli scafisti», il commento in aula del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni.

«Con questa legge si introducono permessi a chi svolge alcune professioni sanitarie, norme a tutela dei perseguitati, e si ampliano le quote di ingresso portandole oltre 400mila persone in tre anni. Stiamo facendo una politica coraggiosa e faticosa», sottolinea il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri che vorrebbe che «le Ong collaborassero di più».

Le critiche delle opposizioni

Critiche le opposizioni: «Il principale effetto di questo dl sarà quello di aumentare il numero delle presenze irregolari, di alimentare lo sfruttamento, il lavoro nero e, al tempo stesso, di accrescere il rischio che coloro che verranno messi ai margini della società diventino preda della criminalità, altro che sicurezza», il giudizio del senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si scaglia contro i centri migranti in Albania definiti come «una delle più grandi buffonate che si potessero pensare, con tanti soldi sottratti al bilancio dello Stato per un centro polifunzionale costato un miliardo di euro dei contribuenti e che ora sta dando riparo a cani randagi».

In difesa dell’hotspot al di là dell’Adriatico arriva il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che nel definire l’iniziativa «un cambio totale nella gestione dei flussi migratori» assicura di essere «al lavoro per mettere a punto soluzioni per superare gli ostacoli incontrati e consentire la piena funzionalità, consapevoli della complessità di un’operazione che presenta profili inediti e fortemente innovativi». In tale prospettiva, conclude, «attendiamo le decisioni della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia europea, confidando nel fatto che si possa trovare una composizione giuridica nel quadro normativo di riferimento».

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