Dopo il ritrovamento di larve in alcuni piatti di pasta nella mensa della scuola comunale di San Cipriano, gestita da Dussmann, l’amministrazione comunale di Roncade ha concesso ai genitori di scegliere se provvedere in autonomia ai pasti per i propri figli o se usufruire del servizio di refezione scolastica.
Una decisione che ha portato al calo dei pasti commissionati all’azienda e, di conseguenza, a una riduzione dei giorni di lavoro per le addette alla mensa.
Proprio per discutere della questione, il sindacato Filcams Cgil di Treviso aveva convocato, per il 28 febbraio scorso, un incontro con il sindaco di Roncade e la ditta di ristorazione Dussmann che, però, è stato rinviato a data da destinarsi in attese delle indagini seguite al rinvenimento delle larve nei piatti.
«Rispettiamo ovviamente le prassi necessarie alle autorità competenti per fare chiarezza sulla situazione», afferma Nicole Chirici della Filcams Cgil di Treviso, che ieri – come riporta il Gazzettino di Venezia – ha incontrato in assemblea le addette alla mensa. «Tuttavia – sottolinea – ci preoccupa la ricaduta occupazionale e il clima di incertezza che in questa attesa si ripercuote sulle lavoratrici».
Le addette alla mensa, prosegue la sindacalista, sono «lavoratrici che già vivono una realtà lavorativa scarsamente retribuita e caratterizzata da part-time con monte ore mediamente molto bassi, questa non è un’attesa sostenibile per le loro famiglie nemmeno nel breve medio termine. Non possono essere le addette a farne le spese», conclude.
Polemiche su Dussmann anche dai vigili del fuoco
A gennaio scorso anche i vigili del fuoco protestavano per la gestione del servizio di ristorazione presso le sedi dei pompieri in Veneto.
Il sindacato autonomo Conapo, in particolare, denunciava «il mancato rispetto del contratto e il disservizio in corso», sottolineando che sedi distaccate sono «costrette all’uso di un buono cartaceo fai da te della ditta e sedi centrali con i frigoriferi della cucina semivuoti».
Il personale di Padova, riveriva il sindacato, ha protestato «non presentandosi a mensa per la consumazione del pasto. Basta con questa politica degli appalti al minimo prezzo», concludeva il sindacato.
