Secondo il nuovo rapporto “Paesaggi sommersi” della Società Geografica Italiana, entro il 2100 l’Italia potrebbe perdere fino al 45% delle sue spiagge, con città come Venezia e Cagliari minacciate dall’innalzamento del mare. Le cause principali sono l’aumento del livello delle acque, l’erosione costiera e l’urbanizzazione incontrollata.
Le aree più vulnerabili includono l’Alto Adriatico, il Gargano, tratti del Tirreno tra Toscana e Campania e le coste sarde di Cagliari e Oristano. A rischio anche metà delle infrastrutture portuali, diversi aeroporti e oltre il 10% delle superfici agricole, esposte alla salinizzazione.
Circa 800mila persone vivono in zone che, secondo le proiezioni, saranno sotto il livello del mare entro fine secolo. Gli esperti avvertono: continuare a cementificare le coste aumenterà la fragilità del territorio. L’unica via d’uscita, sostengono, è invertire la rotta e rinaturalizzare i litorali per restituire loro la capacità di adattarsi alla crisi climatica.










