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Israele nega la carestia a Gaza: «Ok agli aiuti via paracadute»

Il Gran Muftì di Gerusalemme, lo sceicco Mohammad Hussein è stato arrestato ieri dalle forze di sicurezza israeliane all’interno dei cortili della moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa citando il dipartimento per le Dotazioni islamiche, secondo il quale gli agenti di polizia lo hanno fermato dopo che…
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Il Gran Muftì di Gerusalemme, lo sceicco Mohammad Hussein è stato arrestato ieri dalle forze di sicurezza israeliane all’interno dei cortili della moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa citando il dipartimento per le Dotazioni islamiche, secondo il quale gli agenti di polizia lo hanno fermato dopo che aveva tenuto il sermone del venerdì alla moschea di Al-Aqsa e lo hanno condotto alla Porta dei Maghrebini. Secondo fonti locali citate da Wafa, il Gran Muftì è stato arrestato dopo che aveva denunciato la politica della fame imposta da Israele a Gaza. Gli agenti israeliani hanno fatto irruzione anche nelle stanze del capo delle guardie e del direttore della moschea, in concomitanza con l’arresto del Muftì.

Le trattative

I negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia riprenderanno la prossima settimana, dopo che Israele avrà valutato l’ultima proposta di Hamas: è quanto riporta la rete televisiva egiziana Al Qahera News TV, citando fonti governative del Cairo. La squadra negoziale israeliana è infatti rientrata ieri in patria da Doha dopo essere stata richiamata dal premier Benjamin Netanyahu per consultazioni e dopo le affermazioni del fallimento delle interlocuzioni. Accuse rivolte dall’inviato statunitense Witkoff che ha affermato come «Hamas non sia mai stata effettivamente interessata a raggiungere una tregua». Per il gruppo islamista palestinese, «le dichiarazioni negative dell’inviato statunitense Witkoff sono in netto contrasto con il contesto in cui si è svolto l’ultimo round di negoziati. Fanno parte di una logica di sostegno alla posizione israeliana», ha dichiarato Bassem Naim, membro di spicco dell’ufficio politico di Hamas, in un’intervista ad Afp.

La fame nella Striscia

In risposta alle denunce sulla grave epidemia di malnutrizione che sta interessando drammaticamente la Striscia di Gaza nelle ultime settimane, Israele ha annunciato che consentirà presto alla Giordania e agli Emirati Arabi Uniti di riprendere a lanciare rifornimenti umanitari a Gaza, come avvenuto lo scorso anno. Lo ha affermato il Coordinatore delle attività governative nei territori citato dal quotidiano israeliano Times of Israel, secondo cui i lanci aerei vengono coordinati con le Forze di difesa israeliane. Secondo i funzionari israeliani, la Giordania sarebbe pronta a effettuare il primo lancio aereo già oggi, ma i vertici israeliani continuano a negare l’evidenza e affermano che la situazione della Striscia «è difficile e impegnativa ma non c’è nessuna carestia, contrariamente a quello che dice Hamas». Lo scorso anno, l’esercito statunitense, in coordinamento con Giordania, Egitto e Francia, ha paracadutato decine di migliaia di pasti nel nord di Gaza, tuttavia un incidente nel marzo 2024 ha causato la morte di cinque palestinesi.

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