Nuovi raid israeliani sulla capitale libanese. Uccise almeno 4 persone a Beirut, ferite altre sette: questo un primo bilancio del ministero della Salute. Sempre più a rischio il cessate il fuoco con Hezbollah dopo questo secondo attacco in una settimana a distanza di mesi di tregua, iniziata a novembre 2024. Israele ha «agito per eliminare e scongiurare una minaccia». L’obiettivo era un leader del movimento sciita libanese, ucciso nel distretto di Dahieh.
Il raid, per il primo ministro del Libano Nawaf Salam, è «una palese violazione degli accordi di cessate il fuoco e della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite», decisione del Consiglio di sicurezza che ha posto fine alla guerra del 2006 tra Israele ed Hezbollah ed ha costituito le basi della tregua iniziata a novembre.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno spiegato che si tratta di «un terrorista di Hezbollah che guidava gli agenti di Hamas e li aveva aiutati a pianificare un importante e imminente attacco terroristico contro i civili israeliani», si legge in una dichiarazione delle Idf con il servizio di sicurezza interna Shin Bet dove il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha revocato la nomina annunciata ieri proprio del nuovo capo del servizio di sicurezza interna del Paese.
Intanto le Forze israeliane hanno ordinato già da ieri l’evacuazione di quasi tutta la città e hanno lanciato attacchi mortali nella zona di Rafah, al confine con l’Egitto, mettendo in fuga migliaia di palestinesi diretti verso la Striscia di Gaza.
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