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Il dl Infrastrutture ottiene la fiducia alla Camera, dai pedaggi agli autovelox: le novità

L’aula della Camera dei deputati ha dato il via libera al decreto legge infrastrutture, su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia, con 191 sì, 102 no e due astenuti. Misure urgenti Il testo prevede misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il…
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L’aula della Camera dei deputati ha dato il via libera al decreto legge infrastrutture, su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia, con 191 sì, 102 no e due astenuti.

Misure urgenti

Il testo prevede misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporto ferroviari e su strada, l’ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l’attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e alla partecipazione all’Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti.

Il Ponte di Messina

Nell’articolato sono previsti diversi interventi e numerosi correttivi: da nuove misure per il Ponte di Messina al potenziamento degli stoccaggi energetici, dal monitoraggio degli autovelox alla concessione di un anno in più per la circolazione delle auto diesel Euro 5 (limitando gli eventuali blocchi solo nelle città con oltre centomila abitanti), passando per l’inasprimento delle sanzioni per chi mette a rischio la sicurezza ferroviaria compreso quanti attraversano i binari, senza dimenticare l’introduzione di maggiore flessibilità per le date della stagione balneare e le tante novità per il settore delle opere pubbliche e degli appalti.

Salvini assente

La firma del decreto è, ovviamente, del ministro titolare, Matteo Salvini, che ha “corretto” il testo, in particolare quando è emerso l’ aumento dei pedaggi autostradali. Tuttavia, il ministro di piazza di Porta Pia non era in aula perchè in missione a Pechino. Sempre nel decreto, nonostante non fosse nel testo uscito da Palazzo Chigi, a Montecitorio è rientrato l’inserimento della società Stretto di Messina nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate tenuto dall’Anac (l’Autorità anticorruzione) permettendo di gestire in autonomia gli ulteriori appalti necessari alla realizzazione del Ponte.

Di grande impatto pubblico sono invece le misure per la gestione delle strade comunali e per il controllo della velocità, con il decreto che fissa regole più chiare sugli autovelox. In pratica si pone uno stop ai sistemi di rilevamento che non siano censiti e mappati dal Ministero e sulla classificazione delle strade di competenza dei Comuni.

E’ previsto, inoltre, un riordino degli Provveditorati interregionali per le opere pubbliche. Mentre sono concesse deroghe per le opere della difesa. Così come c’è il rafforzamento della società Autostrade dello Stato e l’istituzione di un tavolo tecnico per le incompiute.

Le polemiche

Nel dibattito, oltre al tema dei pedaggi, poche sono state le polemiche con la sola Avs che ha parlato con Angelo Bonelli di «decreto di guerra», mentre un momento di tensione c’è stato quando il capogruppo del Movimento 5Stelle, Riccardo Ricciardi, ha chiesto un’informativa a Salvini sulla nomina di Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato, alla guida dell’Automobil club. Adesso il testo va al Senato per il varo definitivo, se non dovessero esserci modifiche, entro il 21 luglio.

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