La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri dell’economia Giancarlo Giorgetti, delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, degli affari europei, Tommaso Foti e dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, insieme ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, si sono incontrati ieri a Palazzo Chigi con le categorie economiche sulla questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di individuare soluzioni per i settori maggiormente danneggiati. La riunione segue quella della task force composta dagli stessi rappresentanti del governo svoltasi per analizzare l’impatto che questa situazione può avere sull’economia italiana.
I tre step
Gli incontri in Sala Verde si sono divisi in tre step: prima i rappresentanti di Confindustria, Ice e Cnmi (Camera Nazionale Moda Italiana), subito dopo i delegati delle Piccole e medie imprese, Confapi, Cna, Confimi Industria, Confimprese Italia, Legacoop, Confartigianato, Conflavoro, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, infine, il settore agroalimentare con Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Cia, Legacoop, Assolatte, Federvini, Unione Italiana Vini, Origin Italia, Federalimentare, Filiera Italia.
I fondi per le imprese
Tra le priorità affrontate, il governo e la premier si sono detti disponibili a valutare con l’Unione europea e con le Regioni la possibilità di utilizzare alcuni asset del fondo di coesione e una parte dei fondi del Pnrr per sostenere le imprese colpite dai dazi americani per un totale di 24 miliardi di euro, che, però, «non impattano sulla finanzia pubblica». Da parte loro, i rappresentanti hanno convenuto su una «risposta comune europea», come ha sottolineato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, questo perchè «non si può perdere il mercato statunitense». Mentre le richieste al governo vanno dalla sospensione del Patto di stabilità alla creazione di un fondo specifico. Meloni, dopo aver annunciato che sarà a Washington il 17 aprile per parlare «con il presidente Donald Trump», ha affermato che «la decisione americana è assolutamente sbagliata perché le economie delle nazioni occidentali sono fortemente interconnesse».
Venendo alla situazione italiana, la premier ha sottolineato come ora sia «difficile stimare l’impatto sul Pil, così come non è utile farsi prendere dal panico perchè il governo farà la sua parte». Poi ha chiesto alle parti sociali «un nuovo patto per fronteggiare la congiuntura». Anche perchè «siamo tutti d’accordo nel dire no a una guerra commerciale». Quindi, ha assicurato la premier, «il governo non avallerà nessuna escalation», ma soltanto quelle scelte che, come «la rimodulazione del Green deal e l’ipotesi di un negoziato sugli aiuti di Stato, possano poi portare all’azzeramento reciproco dei dazi» su cui afferma di aver già parlato con la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen. Tutti impegni che, assicura la premier, vedono il governo «con le carte in regola per affrontare questa sfida complessa e la credibilità dell’Italia è un punto di forza».