Il dibattito politico sulla difesa torna al centro dell’attenzione dopo le parole del ministro Guido Crosetto, intervenuto al Tg1 per sollecitare un confronto ampio sul futuro delle Forze armate italiane. Sul fronte internazionale, Crosetto ha definito «importante arrivare a una tregua e poi alla pace» in Ucraina, commentando l’apertura di Vladimir Putin a un possibile cessate il fuoco. «La mia speranza è che finalmente scoppi la pace. Ne abbiamo tutti abbastanza della guerra», ha aggiunto, sottolineando come il conflitto pesi «sull’Ucraina che lo ha subito» ma anche sui cittadini russi, «non colpevoli delle scelte di Putin».
Sul piano interno, il ministro ha rilanciato la necessità di «riflettere su un nuovo modello di difesa», evocando l’ipotesi di una leva militare su base volontaria. «È una scelta che riguarda l’intero Paese», ha affermato, spiegando che il tema deve essere affrontato in Parlamento, al di là degli schieramenti.
Immediate le reazioni politiche. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha attaccato duramente: «Crosetto vuole mandare i nostri giovani in guerra. Il governo sta buttando miliardi sulle armi e ora parla di riformare la leva militare». Di tono diverso la posizione del presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, secondo cui «le parole del ministro vanno ascoltate attentamente». Lupi si dice favorevole a una leva «solo su base volontaria», ribadendo però il no all’invio di truppe italiane in Ucraina e invocando «una seria riflessione sul potenziamento delle nostre capacità difensive».
Critico anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, che definisce «sconvolgente» la proposta: «La leva su base volontaria non ho capito cosa sia. Pensavo che il governo si occupasse di offrire ai giovani più opportunità, non la leva come prospettiva per il futuro».









