In Italia sono stati trasmessi oltre 16,5 milioni di certificati medici nei primi sei mesi del 2025, un dato che segna un incremento del 5% rispetto all’anno precedente e che sottolinea l’urgenza di nuove misure di semplificazione.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disegno di legge sulle semplificazioni, il sistema assistenziale introduce la possibilità di ottenere il certificato di malattia tramite televisita, eliminando l’obbligo di presenza fisica in ambulatorio o il ricorso alla visita domiciliare.
Certificati via televisita: i tempi del cambiamento
Nonostante l’operatività della legge sia fissata per il 18 dicembre, l’accesso alla telecertificazione non sarà immediato.
Come precisato da Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), l’effettiva applicazione richiede un preventivo accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Questo passaggio istituzionale servirà a definire le modalità operative e i casi specifici in cui la modalità a distanza potrà essere equiparata a quella tradizionale. Fino ad allora, restano in vigore le attuali procedure di verifica in presenza.
La riforma punta ad alleggerire il carico burocratico che grava sui medici di famiglia, un’esigenza manifestata con forza dalla Fimmg. Tuttavia, il rigore nei controlli non subirà flessioni: le sanzioni per il rilascio di attestazioni non veritiere resteranno severe per medici e lavoratori. Parallelamente, proseguono le visite fiscali che, nel primo trimestre 2025, hanno sfiorato quota 223mila, registrando una crescita del 7,9% nel settore pubblico a fronte di un calo dell’11,4% in quello privato.
Ricette annuali per i malati cronici
L’altra colonna portante della riforma riguarda i pazienti cronici, per i quali è prevista l’introduzione di prescrizioni farmaceutiche valide fino a dodici mesi. Il medico di famiglia potrà indicare posologia e numero di confezioni necessarie per l’intero anno; il farmacista provvederà poi a consegnare il quantitativo sufficiente per trenta giorni di terapia alla volta, monitorando l’erogazione in costante contatto con il medico.
Anche in questo caso, l’attivazione della misura è subordinata a un decreto del Ministero della Salute, da emanare di concerto con il Ministero dell’Economia entro 90 giorni, per garantire l’assenza di nuovi oneri per la finanza pubblica. Il medico manterrà comunque la facoltà di modificare o sospendere la terapia in ogni momento.
Addio al doppio passaggio dopo le dimissioni
Un’importante novità riguarda la continuità terapeutica post-ospedaliera: i cittadini potranno ottenere i farmaci necessari esibendo direttamente la documentazione di dimissione o il referto del pronto soccorso, senza dover attendere una seconda prescrizione del proprio medico. Questa misura risulta fondamentale per gestire con maggiore rapidità le terapie farmacologiche, specialmente durante i giorni festivi o i fine settimana, periodi in cui il coordinamento tra strutture ospedaliere e territorio risulta spesso più complesso.










