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Caos Bolkestein, non vale la legge Ue per le aree protette

Il Parlamento Europeo si è nuovamente pronunciato sulla direttiva Bolkestein giudicandola “incompatibile” con le aree costiere protette. Insomma la matassa si ingarbuglia. Anche se ormai l’estate è alle porte e le proroghe sono state concesse a tutti. Ma certo è che la norma europea, che ordina all’Italia di fare i bandi entro il 2027 per…
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Il Parlamento Europeo si è nuovamente pronunciato sulla direttiva Bolkestein giudicandola “incompatibile” con le aree costiere protette. Insomma la matassa si ingarbuglia. Anche se ormai l’estate è alle porte e le proroghe sono state concesse a tutti.

Ma certo è che la norma europea, che ordina all’Italia di fare i bandi entro il 2027 per le aree della costa date in concessione, alle stesse persone (magari da 50 anni) non fa dormire sonni tranquilli ai balneari. Così da Commacchio c’è chi raccoglie firme e invia una petizione al Parlamento europeo, sostenendo che non possono essere ritenute aree da commercializzare e dove fare business quelle a protezione integrale, come la costa inclusa nei parchi marini o nelle aree Sic. Insomma non possono essere messe a bando. E soprattutto lì non possono esserci concessione, né vecchie e né nuove.

La petizione (numero di protocollo 0191/2025), è stata presentata da una residente di Comacchio (in provincia di Ferrara) e riguarda la presunta incompatibilità tra l’applicazione della direttiva Bolkestein e la tutela ambientale delle aree costiere ricadenti nei siti Natura 2000, reti europee destinate alla conservazione della biodiversità. Insomma il problema se valutiamo l’intera fascia costiera dell’Italia tocca decine di migliaia di concessioni demaniali, spesso collocate in habitat marini protetti. A questo punto si apre un fronte inedito di riflessione tra tutela ambientale, economia locale e sovranità territoriale.

L’indagine

La Commissione Europea a questo punto ha ufficialmente aperto un’indagine preliminare sulla questione e la petizione è stata trasmessa anche alla Commissione ambiente e alla Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo. Insomma bisogna vederci chiaro. Ma se la Bolkstein in queste aree non è valida, che cosa si fa? Se non si può mettere un ombrellone o un lettino sulla spiaggia incontaminata di un parco marino si manda via chi c’è già?

Gli indennizzi

Le speranze delle imprese balneari è che questo blocchi tutto. Gli imprenditori italiani al momento aspettano di conoscere i dettagli contenuti nel decreto Indennizzi che il ministero dei Trasporti, presieduto dal vice premier Matteo Salvini, ha depositato a fine marzo. E’ ancora in attesa di risposta dal ministero dell’Economia. Secondo qualche indiscrezione potrebbe arrivare in luglio, così da dare il tempo ai Comuni di preparare i bandi per le nuove concessioni così come vuole la normativa Bolkstein. Non si può più rimandare. L’Italia ha già avuto dovuto pagare delle infrazioni perchè non è stata applicata. Una volta decise le regole sugli indennizzi (anche qui c’è una lunga polemica) che avranno chi, dopo decenni, dovrà andar via, i Comuni non potranno evitare di fare i piani spiaggia, i bandi e dare nuove concessioni demaniali, in cambio di introiti maggiori di quelli attuali chiaramente, spesso irrisori.

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