Diventare madre? Oggi è più che mai è faticoso. Non esiste più la stessa rete familiare di 30 anni fa e i servizi diminuiscono. Accade in Italia, ma soprattutto al sud. E chi sceglie la maternità lo fa in tarda età, assicurandosi prima il lavoro o comunque una posizione e una sicurezza economica? Perchè? Perchè lasciare un figlio piccolo per lavorare costa caro.
Gli asili nido e la Ue
Basta vedere quale è la situazione in Italia? Disastrosa. Dagli ultimi dati Istat (2023) si evince che, sul territorio nazionale ci sono in totale 350 mila asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia. Significa quindi che solo il 28% dei bimbi, (1 su 4), ne può fruire per cui 900 mila bambini sono esclusi.
Ma qui non si tratta solo di un segno di civiltà, ma anche di un dato mancato risposta all’Unione Europea. L’Italia è lontana dall’obiettivo stabilito dalla Ue che prevedeva che si garantissero posti per almeno il 33% dei piccoli entro il 2010. Il governo si era però impegnato (non poteva fare altro) a raggiungere tale traguardo entro il 2027. Ed è stato comunque un fallimento. Ma ecco che i parametri sono cambiati e adesso l’Unione Europea ha fissato un altro obiettivo: arrivare ad una copertura del 45% entro il 2030.
Va detto che negli ultimi 10 anni in Italia i posti disponibili negli asili sono calati del 3,9%. Realizzare l’obiettivo sarà molto difficile. In Italia la situazione è peggiorata e di parecchio.
Da nord a sud
Non è tutto, la differenza tra nord e sud in questo caso è enorme. In alcuni regioni ci sono più posti disponibili ai nidi, come in Umbria la cui copertura è del 38,9%, in Emilia-Romagna, Lazio e Friuli Venezia Giulia del 33% mentre in Campania è solo del 10,7%. Più nel dettaglio, la copertura al Centro Nord è del 36,1%, al Nord Est del 35%, al Nord Ovest del 30,8%, alle Isole del 15,9% e al Sud Italia al 15,2%.
In Puglia
In Puglia ci sono circa 600 posti disponibili per i nido, ma per lo più si tratta di strutture private, la cui retta in parte, a seconda dell’Isee viene pagata dalla Regione.
Il caso Taranto
Il caso più eclatante è a Taranto, comune che aveva ben 9 asili nido comunali. Tanti. Peccato che considerando le spese di bilancio non si è potuto continuare a mantenerli, così sono stati messi a bando, ma a settembre potrebbero rimanere chiusi. Perchè? Per i tempi stretti, per i bandi che dovrebbero affidare ad operatori privati i nidi del Municipio. Ed è proprio sugli avvisi rivolti alle imprese che la situazione non chiarissima e si complica. Basti pensare che solo il 1 aprile si è creato il pool di funzionare che dovranno vagliare i termini di gara. Ce la si potrebbe anche fare, ma è necessario affrettare i tempi per la gara. Tutti questi numeri, dati, non dimostrano altro che la conciliazione lavoro – famiglia per le donne, specie del sud, è quasi impossibile.
Le possibilità
La legislazione prevede alcuni strumenti per conciliare vita lavorativa e famigliare, per esempio lo smart working: detto anche lavoro agile, permette ai lavoratori di conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della loro produttività. Le caratteristiche dello smart working sono la volontarietà dell’accordo, la flessibilità e la parità di trattamento economico e normativo. I permessi per l’allattamento in smart working dipendono dalla tipologia contrattuale di base della mamma lavoratrice. L’azienda è tenuta a riconoscere priorità alle richieste di smart working formulate da lavoratrici e lavoratori con figli fino a 12 anni di età ovvero senza alcun limite di età in caso di figli in condizioni di disabilità.