In questi giorni si sta svolgendo in Brasile la Cop 30, l’ennesima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici. Il vertice, al quale partecipano 50mila delegati, doveva concludersi ieri, ma andrà avanti fino a domenica, perché nonostante tutti siano d’accordo sulla necessità di fare qualcosa per fermare o moderare i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo il mondo, nessuno sa indicare la strada giusta, e i veti prevalgono sulle decisioni.
I Paesi che hanno così tanta voglia di fermare l’inquinamento ambientale che ha cambiato il clima, non trovano l’accordo sulla riduzione delle emissioni che più lo determinano, quelle da Co2. E hanno anche avuto il coraggio di proporre l’approvazione di un documento finale che esclude l’impegno a ridurre tali emissioni.
Cina e India, in particolare, che sono i più importanti inquinatori da Co2, hanno sostenuto che se gli altri Paesi della Cop vogliono ancora la loro presenza alla Conferenza, di Co2 non se ne deve parlare più.
Carbone a tutto spiano, insomma. Il resto del mondo, Usa compresi, hanno dovuto alzare le mani. Fra oggi e domani si tenterà di trovare un’intesa su un altro documento con Cina e India dentro. Ma non illudiamoci.
Il mondo continuerà ad andare a due-tre velocità, e chi farà attenzione all’ambiente ci rimetterà in economia. Poi sarà l’ambiente a ribellarsi e saranno Cina e India a correre a chiedere aiuto dagli altri.










