AAA elettori cercasi. Dove sono finiti? Il dato della Calabria, la settimana scorsa, aveva preoccupato, ma più per la percentuale totale dei partecipanti al voto regionale, appena il 43,14 per cento. Alle precedenti, la percentuale era stata del 44,36%, quindi un meno 1,22 fisiologico. Molto più preoccupante il dato delle Marche, dove al voto si era presentato il 50,4 per cento degli elettori con un meno 10 rispetto a cinque anni prima. Ancora prima, era stata la volta della Valle d’Aosta, dove nonostante il 62,98 per cento di partecipanti, il crollo dei votanti era stato del 7,52 per cento.
Ce n’era abbastanza per essere preoccupati. Ma, adesso, il dato della Toscana ci fa piombare nell’emergenza. I votanti alle regionali sono stati appena il 47,3 per cento, con un meno 13 tondo tondo rispetto alle precedenti. Che sta succedendo?
Il fenomeno della disaffezione al voto è diffuso, ma quando l’astensione raggiunge le dimensioni attuali non va più preso sottogamba. E c’entra poco il fatto che anche in Toscana il risultato era scontato (e infatti ha vinto Giani come si prevedeva).
Il fenomeno va capito – ed estirpato – alla radice e riguarda più che la disaffezione al voto, la sfiducia verso la politica, e la carenza di informazione. Si pensava che tv e social avrebbero sostituito piazze e giornali, ma non è così. E si pensava che il vuoto dei partiti sarebbe stato colmato dai movimenti civici, ma non è così. Il 23 novembre ci sarà la prova del nove. Forse c’è un po’ di tempo per recuperare qualcosa.