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Voto di scambio a Foggia: rinviati a giudizio Danilo Maffei, suo padre e altri 20

Nell’udienza di giovedì scorso, presso il Tribunale di Foggia, il Gup Michela Valente ha rinviato a giudizio 22 persone accusate di aver commesso una compravendita di voti per falsare a Foggia il risultato delle elezioni Comunali del 2019 e delle Regionali del 2020. Tra gli indagati ci sono l’ex Consigliere comunale foggiano Danilo Maffei e…
schede elettorali

Nell’udienza di giovedì scorso, presso il Tribunale di Foggia, il Gup Michela Valente ha rinviato a giudizio 22 persone accusate di aver commesso una compravendita di voti per falsare a Foggia il risultato delle elezioni Comunali del 2019 e delle Regionali del 2020.

Tra gli indagati ci sono l’ex Consigliere comunale foggiano Danilo Maffei e suo padre Ludovico accusati di aver indotto alcune persone, pagandole o esercitando comunque pressioni in diversi modi, per indirizzare il loro voto sull’allora candidato Danilo.

La vicenda

In occasione delle consultazioni regionali, secondo le ricostruzioni degli investigatori, furono offerti o materialmente dati a venti persone – che sono tra i rinviati a giudizio – dai 30 ai 50 euro per votare il nome di Danilo Maffei e poi scattare anche una foto della scheda già compilata come prova. Nelle comunali del 2019, invece, Ludovico Maffei, imprenditore, presidente della cooperativa Astra, avrebbe costretto tre dipendenti a votare per suo figlio, convincendo anche altre 10 persone a testa, tra amici e parenti, a fare lo stesso e fornendo persino un elenco di quelli che avevano garantito il voto: in caso contrario, i tre sarebbero stati licenziati. Maffei padre avrebbe anche cercato di costringere un’altra sua dipendente, che nella tornata elettorale era stata nominata presidente di seggio, a modificare nel verbale il numero di voti ottenuti da Danilo, da 4 a 40. La “ricompensa” sarebbe stata una sistemazione lavorativa permanente: in caso di rifiuto, invece, anche in questo caso, ci sarebbe stato il licenziamento. Gli altri imputati avrebbero, invece, accettato la corruzione, realizzando la foto della scheda per dimostrare di aver mantenuto l’impegno. Tutti e 22 i rinviati a giudizio si sono sempre professati innocenti e i loro legali ne avevano chiesto il proscioglimento.

I messaggi

All’epoca delle elezioni Regionali sui social erano circolati alcuni messaggi in cui si chiedeva di votare per Danilo Maffei in cambio di soldi: lo aveva denunciato la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosa Barone. Durante i giorni del voto, la Polizia aveva fermato un elettore che era stato scoperto a ritrarre la scheda con il nome di Danilo Maffei: il presidente di seggio aveva sentito il “clic” della foto scattata col cellulare. Le indagini seguenti, avevano permesso di individuare anche altre persone che avevano realizzato le foto della scheda. Danilo Maffei, candidato alle Comunali nella lista di centrodestra “Foggia Vince”, era stato eletto con 906 preferenze. Alle Regionali, sempre con il centrodestra, solo a Foggia aveva collezionato 4231 voti. L’udienza per i 22 rinviati a giudizio è stata fissata al 30 aprile prossimo.

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