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Cerignola, auto di lusso importate illegalmente dall’estero: frode da 15 mln nelle concessionarie – VIDEO

Oltre 300 auto di lusso – tra Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi, Bmw, Mercedes – sarebbero state importate illegalmente dall’estero per essere vendute in diverse concessionarie su tutto il territorio nazionale, da Bari a Rimini.

Al centro della maxi frode fiscale ci sarebbe stata una società di Cerignola che avrebbe messo così in piedi una truffa da 15 milioni di euro.

Stando a quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia ed eseguite dalla Guardia di finanza, attraverso fatture per operazioni inesistenti, firme false sulla documentazione utilizzata per le richieste di immatricolazione e attestazioni contraffatte, gli organizzatori della presunta frode avrebbero sottratto Iva per oltre 4,5 milioni di euro commercializzando le auto a un prezzo non concorrenziale, inferiore a quello di mercato.

In particolare, la società cerignolana (la cosiddetta “missing trader“) si sarebbe prestata quale soggetto preposto esclusivamente all’intestazione delle fatture di acquisto provenienti da altri Paesi europei e alla conseguente emissione di altrettante fatture in favore delle concessionarie italiane (interponenti) determinando, così, lo spostamento dell’intero debito Iva a proprio carico e sottraendosi completamente agli obblighi di versamento delle imposte.

Il sistema avrebbe seguito due distinti schemi di frode: il primo, spiegano i finanzieri in una nota, «realizzato mediante la falsificazione delle fatture originali su cui è stata apposta la dicitura di acquisto del bene con il cosiddetto “regime del margine”» (esente dal pagamento dell’IVA); il secondo, proseguono gli inquirenti, «è stato attuato attraverso la presentazione presso le Motorizzazioni civili di falsa documentazione attestante la provenienza degli autoveicoli dalla Repubblica di San Marino e l’avvenuto assolvimento degli obblighi tributari da parte di una società sanmarinese inesistente».

Le concessionarie, primi acquirenti “de facto”, avrebbero così eluso la normativa fiscale in materia di scambi comunitari che prevede l’assoggettabilità dell’imposta nel paese di destinazione della merce.

Le persone denunciate sono complessivamente 33, tra loro ci sono 22 titolari di concessionarie di auto. Le accuse sono di reati tributari e falso in atti pubblici. Tra i beni sequestrati ci sono immobili, auto, denaro e quote societarie.

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