«Basta sangue, basta violenza, basta vendette, basta dolore, basta lutto, basta morti, basta genitori che piangono i propri figli e figli che piangono i propri genitori. Ci stiamo rassegnando tristemente ai fatti di sangue della nostra città. Sta prendendo corpo l’indifferenza». Così don Antonio Carbone della parrocchia Salesiani Sacro Cuore di Foggia, oggi nell’omelia funebre per il 32enne di Foggia, Pietro Russo, padre di 4 figli, freddato a colpi di pistola davanti all’uscio della sua abitazione, nel capoluogo dauno, la sera del 28 dicembre scorso. Il parroco ha pubblicato il testo dell’omelia sul suo profilo Facebook.
«Questa grande tragedia che ha colpito Pietro deve fare in modo che ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità: l’uccisione di un giovane, qualunque sia il motivo, non è un fatto privato di famiglia, è qualcosa che interpella tutti noi», ha sottolineato.
«I delitti possono rimanere impuniti, ma non possono lasciare tranquillo chi li ha commessi. Chi uccide un uomo, non è cristiano perché bestemmia e nega con la propria vita Dio. Un uomo sparato avrà soltanto il tempo per morire ma a chi impugna una pistola resterà il tempo per vedere gli occhi di un uomo che muore», ha detto ancora. «Il Natale, la venuta di Gesù ci dice che la delinquenza e la violenza non prevarranno, non l’avranno vinta. Ognuno di noi deve impegnarsi alla creazione di un regno di giustizia, di amore e di pace. Bisogna essere vigilanti e operosi perché Foggia faccia onore alla sua storia e sia sempre più bella e accogliente. Abbiamo bisogno di uomini e donne di amore, non di onore; di servizio, non di sopraffazione», ha aggiunto rivolgendosi alla città di Foggia.
«Caro Pietro, non è giusto perderti a 32 anni, non è giusto lasciare 4 bimbi senza il papà, non è giusto che aprendo la porta di casa si vada incontro alla morte», ha concluso.