I sistemi di telecontrollo di Acquedotto pugliese (Aqp) hanno permesso di scoprire tre casi di furti d’acqua nel Foggiano. A far scattare l’allarme è stato un aumento anomalo delle portate idriche, fino a 50 litri al secondo in più in alcune fasce orarie del giorno.
I tre episodi si sono verificati, in particolare, in località San Giusto a Lucera, nella frazione Macchia di Monte Sant’Angelo e lungo la litoranea fino a Zapponeta.
I tecnici dell’Acquedotto hanno presentato denuncia contro ignoti presso le stazioni dei carabinieri di Foggia e Manfredonia.
In una nota, Aqp ricorda che «se l’acqua viene sottratta attraverso un allaccio abusivo alla rete idrica» si configura «il reato di furto aggravato». In questo caso, infatti, «l’acqua è considerata un bene mobile economicamente rilevante, e l’azione è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena può aumentare in presenza di aggravanti, come l’uso di mezzi fraudolenti o la reiterazione del reato».
Gli episodi accertati, proseguono dall’Acquedotto pugliese, «riaccendono i riflettori su un fenomeno tanto silenzioso quanto dannoso». Dall’Acquedotto sottolineano che si tratta di «un comportamento inaccettabile, che priva i cittadini onesti dell’acqua a cui hanno pieno diritto, alimenta sprechi e contribuisce a peggiorare una situazione già estremamente critica. In un periodo segnato da una delle peggiori crisi idriche degli ultimi decenni, rubare acqua non può essere considerato, infatti, soltanto come un reato punito dalla legge, ma rappresenta anche un gesto profondamente irresponsabile che danneggia l’intera collettività, mettendo a rischio l’accesso a una risorsa essenziale per la vita di tutti».
I furti avvengono in un periodo in cui le riserve idriche degli invasi risultano inferiori del 42% rispetto alla media storica, mentre le sorgenti irpine registrano un calo medio del 29% della portata.