Emoziona e va dritto al cuore Maria Pia Romano con il suo ultimo libro “Le stagioni del viaggio” edito da Besa Muci (15 euro,pp. 184). Nata a Benevento ma leccese di adozione, laureata in Ingegneria, giornalista e scrittrice, è stata finalista al Premio Nabokov 2012. In questo romanzo affronta temi complessi quali quelli della memoria e della paternità. Quest’ultimo in particolare, a seguito della morte del padre, ha messo in discussione la vita dell’autrice. Il libro infatti è dedicato alla figura paterna di cui il prologo ne riporta un accorato ricordo.
Maria Pia Romano, questo romanzo nasce in un particolare momento della sua vita contrassegnato da un profondo dolore. E’ infatti dedicato a suo padre.
Sì, il libro è dedicato a mio padre, che il giorno dell’uscita ufficiale de “Le amiche imperfette”, il 3 luglio 2020 è partito per un altro viaggio e che ora, ne sono certa, mi è sempre accanto. In realtà avevo già iniziato a scrivere una storia ambientata su un’isola: durante il primo lockdown mi era nata la voglia della dimensione isolana, con la sua aristocrazia e le sue atmosfere selvatiche. Ho scelto per questo di ambientare una storia a Lefkada, l’isola ionica tanto cara a Saffo. Poi la vita ha scritto il resto.
Dunque si tratta di un romanzo autobiografico.
In parte sicuramente sì. C’é mio padre che è “l’uomo che aveva rifiutato il posto fisso”, c’è la mia gatta tricolore Duchessa, c’è l’isola greca di Lefkada che conoscono bene e amo molto. E poi c’è tutto un mondo di personaggi e storie che sono nati dalla fantasia, come è giusto che sia.
Qui troviamo nuovamente Elisa, una delle “Le amiche imperfette”, il romanzo precedente sempre pubblicato dalla stessa casa editrice. Cosa è cambiato adesso nella vita della protagonista, giornalista e ghost writer?
Il primo dolore della sua vita l’ha fatta crescere all’improvviso. Elisa decide, coraggiosamente, di fare un biglietto di sola andata e partire. Meta un’isola greca che, in primavera, è ancora lontana dal clamore turistico. Un viaggio per ritrovare il passo giusto e ritrovarsi, ascoltando il suo respiro e le onde ioniche che s’infrangono.
“Le stagioni del viaggio” si può dire che sono le stagioni della vita?
Le stagioni del viaggio sono sicuramente una grande metafora della vita: il libro è un viaggio su un’isola e, al tempo stesso, dentro la memoria e il desiderio. Una donna in cerca d’armonia si svela nel suo complesso paesaggio interiore, mentre Itaca all’orizzonte è un invito al viaggio, ancora ed ancora.
In questo romanzo Elisa si rifugia nell’isola greca di Leucade per ritrovare un senso di libertà. A tale proposito lei spesso rievoca il mare che sembra essere una costante nei suoi romanzi.
Ne “Le amiche imperfette” il mare è lo scenario isolato di uno dei momenti più intensi, ma l’ambientazione è sicuramente “cittadina”. Con questo nuovo libro, invece, sono tornata ad assaporare le atmosfere a me più congeniali: il mare, la salsedine sulla pelle, un faro estremo, una rupe profumata di storia antica e leggenda. Vivo a 200 metri dal mare, in Baia Verde a Gallipoli, per dieci mesi all’anno sono sola con la mia gatta. Quando arrivano i turisti mi sento quasi “invasa” nei miei spazi vitali. Da sempre trovo più attraenti le solitudini marine dei chiasso metropolitano, inevitabilmente quest’attitudine diventa scrittura.
Possiamo considerare “Le stagioni del viaggio” la sua opera più matura?
Ho scritto molti libri, ogni libro è un figlio che amo. Questo, in particolare, è il libro della maturità, ma non del disincanto, anzi della rinascita e della pacificazione. Sicuramente è il mio libro del cuore.
