Una cosa è certa. Nonostante le buone intenzioni, l’atrio porticato del Teatro Giordano di Foggia non è il luogo adatto per esporre permanentemente opere d’arte. Stanno lì a dimostrarlo le due opere donate dal maestro foggiano Agostino Iacurci – classe 1986, tra i più famosi artisti muralisti a livello internazionale – al Comune nel dicembre di due anni fa. Due opere monumentali, che hanno bisogno di uno spazio ampio per essere valorizzate e apprezzate. I Talamoni e la Torre dei venti, questi i titoli delle due opere in legno e smalto alte circa sette metri, sono un dono del maestro Iacurci – congiuntamente all’amministrazione Comunale di Pesaro – al Comune di Foggia. Ma collocandole in uno spazio semi aperto non si è riflettuto sul fatto che un’opera di un materiale degradabile e delicato, come il legno, non può essere esposta in maniera permanente all’aperto. L’azione lenta degli agenti atmosferici rovina il legno in maniera irreparabile. Affacciandosi nell’atrio del Giordano si resta presi dallo sconforto. La Torre dei venti è avvolta in maniera approssimativa in un telo di plastica, mentre il baldacchino dei Talamoni è ricoperto di guano. Sicuramente non erano queste le intenzioni del maestro Iacurci.
Le opere di Iacurci tra guano e plastica
di Redazione








