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Giorgio Panariello arriva in Puglia con “La favola mia”

Uno, nessuno e centomila. Giorgio Panariello è così. Un artista a tutto tondo che fa da sempre della versatilità il suo principale biglietto da visita. Oggi lo vedi in tv, domani al cinema e dopodomani al teatro. Un autentico camaleonte che, però, sa vestirsi con gli abiti borghesi del comune cittadino. E che, forse, piace…

Uno, nessuno e centomila. Giorgio Panariello è così. Un artista a tutto tondo che fa da sempre della versatilità il suo principale biglietto da visita. Oggi lo vedi in tv, domani al cinema e dopodomani al teatro. Un autentico camaleonte che, però, sa vestirsi con gli abiti borghesi del comune cittadino. E che, forse, piace tanto al pubblico anche per questo. Maschere su maschere posate sopra un volto che, tuttavia, rimane unico, autentico e per certi versi ancora sconosciuto. Se, infatti, tutti ricordano i suoi ormai celebri personaggi (da Mario il bagnino a Merigo l’ubriaco; da Lello splendor al macellaio Pio Bove. Solo per citarne alcuni), quanti invece possono realmente dire di conoscere bene l’uomo che si cela dietro tutte quelle maschere? Un uomo, la cui spumeggiante vita è stata inevitabilmente segnata anche da qualche cocente delusione (ormai di pubblico dominio), ma che, ciononostante, ha sempre saputo reagire alle avversità alla sua maniera: con il sorriso. Tanto da intitolare ora il suo ultimo spettacolo (un tour che toccherà i principali teatri italiani e che sarà a Bari il 5 febbraio al Teatroteam e il 6 febbraio a Lecce al Politeama Greco) “La favola mia”.

“Si tratta di uno spettacolo – ci spiega il diretto interessato – che era nato come momento celebrativo per festeggiare i miei 60 anni e dove quindi pensavo di raccontare i miei consueti personaggi. Poi è arrivato il lockdown, che mi ha reso più introspettivo, facendomi prendere ulteriore confidenza con me stesso. E così ho pensato di porlo come una vera e propria chiacchierata con il pubblico, raccontando anche la mia storia umana e le tante cose che mi sono successe. Presentando anche Giorgio, cioè, oltre che Panariello. La storia di una persona che sin da ragazzino ha sempre sognato di diventare quello che ora è e che ha vissuto, come tutti, momenti belli e momenti meno belli. Perché, in fondo, le favole sono una allegoria della vita. E, del resto, il testo della nota canzone dice proprio così: “dietro quella maschera c’è un uomo e tu lo sai”.
Una conversazione la nostra con Giorgio Panariello che ha toccato tanti altri temi (dal suo grande rispetto per Renato Zero alla forte amicizia con gli amici di sempre, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, alle sue esperienze a “Tale e Quale Show” e a “Sanremo”) ad ulteriore conferma della grande duttilità di un artista che sarebbe riduttivo definire soltanto un bravissimo comico e che conquista da sempre i cuori del suo pubblico anche per la sua proverbiale umanità e disponibilità.

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