Mentre Mosca intensifica la pressione militare, Bruxelles cerca di rispondere serrando le maglie economiche e rafforzando la difesa comune. Intanto Kiev continua ad esser bombardata da raid russi. Sono passati 1304 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina e Bruxelles rilancia la sua strategia di isolamento economico contro Mosca. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il 19esimo pacchetto di sanzioni, sottolineando che «è venuta l’ora di chiudere i rubinetti del gas russo».
Otto Paesi dell’Unione – Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria – importano ancora gas e Gnl dalla Russia, ma la Commissione intende vietarne definitivamente l’acquisto dal 1° gennaio 2027, anticipando di un anno le previsioni iniziali. Il nuovo pacchetto prende di mira anche le criptovalute, considerate una delle principali scappatoie finanziarie utilizzate da Mosca per aggirare le restrizioni. «Per la prima volta – ha spiegato von der Leyen – le nostre misure colpiranno le piattaforme digitali e proibiranno le transazioni in valute virtuali».
Il fronte europeo resta però diviso sull’uso degli asset russi congelati: la Bce, con Christine Lagarde, ribadisce le sue «preoccupazioni» sui rischi per la stabilità dell’euro, mentre Berlino si dice disponibile a valutare un impiego più ampio delle risorse. Parallelamente, l’Ue discute una «linea di difesa anti-droni» lungo il confine orientale: un sistema di sensori, armi e disturbi elettronici per neutralizzare gli attacchi aerei, che potrebbe essere operativo entro un anno. Intanto, sul campo, Kiev denuncia nuovi raid russi con droni sulla capitale e bombardamenti su Kostiantynivka, nel Donetsk, che hanno causato cinque vittime civili.