Green pass autentici, venduti su Telegram al prezzo di soli 100 euro e prodotti con la complicità di medici. A venderli in rete era un’organizzazione ramificata in varie regioni italiane, tra cui la Puglia, individuata e sgominata dalla guardia di finanza con la collaborazioni di Interpol ed Europol.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano, ha accertato che erano tanti gli utenti che condividevano i propri documenti d’identità, senza preoccuparsi di eventuali conseguenze, pur di avere il green pass. I pagamenti erano rigorosamente in criptovaluta, con la formula “soddisfatti o rimborsati”. Perquisizioni oltre che in Puglia sono state fatte in Veneto, Liguria e Sicilia.
Determinante, infatti, è stato il ritrovamento sui numerosi device degli indagati – sequestrati prima e analizzati poi – di fotografie di documenti di identità e tessere sanitarie di numerosi soggetti, referti attestanti la negatività ai tamponi naso-faringei, attestazioni false di compiacimento di clienti per i green pass contraffatti e, soprattutto, chat da cui emerge, in maniera eloquente, il giro illecito.