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Bari, duro colpo ai clan mafiosi Strisciuglio e Vavalle: «Decisiva la collaborazione dei cittadini» – VIDEO

Un colpo durissimo alla criminalità organizzata nel quartiere San Paolo. I carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinati dal generale di brigata, Gianluca Trombetti, hanno arrestato 13 persone e indagato altre 16 nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dda di Bari che ha fatto emergere la struttura criminale dei clan Strisciuglio e Vavalle.

Le indagini sono partite da una telefonata anonima al 112. L’interlocutore, rimasto sconosciuto, ha riferito movimenti sospetti e pressioni estorsive su commercianti e imprenditori del quartiere, attirando l’attenzione dei carabinieri. A confermare i timori delle forze dell’ordine è stata la denuncia di un imprenditore locale, vittima di continui tentativi di estorsione, che ha raccontato di aver ricevuto minacce costanti e richieste di denaro in contanti.

Il mosaico investigativo si è completato grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, e soprattutto alle testimonianze di collaboratori di giustizia che hanno svelato segreti fino a oggi custoditi gelosamente dai clan. È emerso un quadro inquietante: donne impiegate come «postine» per la consegna dei soldi e dei pizzini, altre come esecutrici materiali delle intimidazioni, perfettamente integrate nelle dinamiche del crimine organizzato, spesso con ruoli decisivi nel garantire il rispetto delle regole interne del clan gestite anche dall’interno del carcere attraverso l’uso illegale di telefonini.

Le perquisizioni hanno portato al sequestro di ingenti somme di denaro, alcune delle quali contrassegnate con i nomi dei destinatari interni ai clan, a testimonianza di una gestione millimetrica delle estorsioni. Sono state inoltre rinvenute armi convenzionali e da guerra, insieme a pizzini riportanti formule di affiliazione e indicazioni precise sui movimenti e sulla gerarchia dei membri del sodalizio. La precisione dei documenti ritrovati dimostra come i clan operassero con metodo quasi burocratico, trasformando il crimine in un’organizzazione perfettamente strutturata.

«Un risultato straordinario, frutto di mesi di lavoro capillare sul territorio e di sinergia tra le istituzioni», ha commentato il generale Trombetti che sottolineato come «la collaborazione dei cittadini e la fiducia nei confronti delle forze dell’ordine sono stati elementi decisivi per smantellare questa rete criminale».

Gli investigatori sottolineano che l’operazione non rappresenta solo un colpo contro singoli individui, ma un passo importante nella lotta al radicamento dei clan nel quartiere San Paolo. Con il supporto delle intercettazioni e delle testimonianze, è stato possibile ricostruire non solo le estorsioni, ma anche il sistema di controllo e di affiliazione interna che regolava ogni aspetto della vita criminale dei sodalizi.

Ora gli arrestati, a disposizione dell’autorità giudiziaria, rischiano pesanti condanne per associazione mafiosa, estorsione aggravata e detenzione illegale di armi da guerra. Nel quartiere, le autorità mantengono alta la vigilanza per prevenire nuove infiltrazioni criminali, mentre i residenti sperano in un futuro più sicuro, finalmente libero dalle pressioni dei clan.

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