No al super green pass: professore senza cure

Iniziano anche a Foggia le denunce contro le strutture ospedaliere per le restrizioni agli accessi legate al mancato possesso del super greenpass e alla mancanza di specifici presidi di protezione individuale contro l’epidemia della Covid-19.

Ieri mattina, un professore foggiano, Roberto Carnevale, ha sporto presso il comando provinciale dei carabinieri di Foggia una querela per omissione di atti d’ufficio, contro gli addetti ai controlli degli ingressi a due strutture della Asl di Foggia: quella di via Grecia e piazza della Libertà.
Nel primo degli episodi, Carnevale racconta di essersi presentato, la mattina del 17 gennaio, al poliambulatorio di via Grecia per effettuare una visita cardiologica e per sottoporsi a un elettrocardiogramma. La guardia giurata all’ingresso, però, gli ha negato l’ingresso perché non possedeva il greenpass e perché indossava una mascherina di tipo chirurgico e non, come previsto dalle norme in vigore, la mascherina Ffp2.
Carnevale ha insistito, facendo presente che la visita che aveva prenotato era improrogabile, ma niente da fare. Il vigilante, giudicando evidentemente la visita non urgente, si è attenuto rigidamente alle indicazioni impartite dalla direzione della Asl foggiana in osservanza della disposizione della Regione che impone sia ai pazienti che ad eventuali accompagnatori, che effettuano visite non in urgenza, in tutti gli ospedali e ambulatori della Puglia, di mostrare il super greenpass o almeno un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti e di indossare la mascherina più protettiva. Il professore ha, quindi, chiamato i carabinieri facendo mettere a verbale la situazione e identificare il vigilante e l’impiegato Asl presente.
Stessa scena il giorno dopo, alla sede principale della Asl. In questo caso, tra l’altro, Carnevale faceva rilevare, alla guardia giurata che stava effettuando un semplice controllo visivo dei greenpass mostrati da chi entrava: in questo modo, era impossibile capire se fossero veri o falsi. La risposta è stata disarmante: «La Asl non ci ha fornito degli strumenti che servono al controllo». Stavolta, a mettere a verbale l’accaduto è stata una pattuglia della polizia.
In entrambe le situazioni, il professore Carnevale ha accusato un malore che ha fatto poi certificare dal proprio medico curante.
«Non sono un novax – evidenzia Carnevale – è un’etichetta che non accetto. Al limite, un obiettore di coscienza. Per me, le persone sono libere di vaccinarsi. Io non voglio farlo. Queste norme coercitive ci negano diritti fondamentali come quello alla libertà, alla salute e al lavoro. Non voglio piegarmi a questo che ritengo un sistema dittatoriale».

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