Potrebbe volerci qualche altro mese e poi la procura notificherà l’avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione allo scandalo dei voti di scambio che ha interessato il capoluogo adriatico durante l’ultima tornata elettorale.
Le notifiche
Il pm titolare dell’inchiesta, Mauron Gallone, entro questa estate, quindi prima delle elezioni regionali del prossimo autunno, potrebbe notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari agli indagati finiti nel calderone delle attività investigative. Le indagini nascono quasi per caso, quando i carabinieri della compagnia di Brindisi aprirono, lo scorso settembre, l’inchiesta sui furti d’auto. In quella circostanza, durante alcune intercettazioni, emerse il riferimento ad una compravendita di voti elettorali, in occasione delle ultime elezioni amministrative in città. In pratica, 30 euro per ogni preferenza. Come prova del voto, una foto della scheda elettorale. L’arco temporale del presunto imbroglio ricade tra il primo ed il secondo turno elettorale del maggio 2023. La procura, così, decise di accertare tale illecito ed eventualmente in che termini sia avvenuto e se ci sia stato o meno il coinvolgimento diretto o indiretto di uno o più candidati al consiglio comunale o di alcuni esponenti di partiti, liste civiche e movimenti.
I ruoli
Sarebbe stato il 53enne brindisino Vincenzo Corsano (in carcere per il filone d’inchiesta relativo ai furti di auto) il presunto procacciatore di voti, il quale sarebbe stato contattato da un soggetto non identificato per affidargli l’incarico di procurare voti di preferenza per alcuni esponenti politici locali. Il 53enne brindisino è ritenuto il capo del sodalizio criminoso finalizzato a riciclaggio, estorsione, ricettazione e furti. Indagati, invece, per la presunta compravendita di voti anche una nipote di Corsano ed altri tre brindisini residenti nel quartiere Sant’Elia. Sarebbero stati quest’ultimi tre ad aver intascato 30 euro in cambio di voto. Lo scorso dicembre, l’informatico della procura di Brindisi depositò una dettagliata relazione, in modo che gli inquirenti potessero avere delle risposte certe in merito allo scandalo elettorale. Era il 28 ottobre 2024 quando il pm Gallone diede mandato all’informatico della procura di visionare telefonate in entrata ed in uscita, messaggi Whatsapp e contenuti audio e video all’interno dei telefoni cellulari in uso agli indagati. Nei prossimi mesi la politica brindisina potrebbe subire un nuovo scossone.