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Ostuni, Pecere chiede azioni concrete contro il cambiamento climatico: «Basta aspettare»

La morte del signor Oronzo Epifani, travolto dal nubifragio che ha colpito Ostuni recentemente, «scuote le coscienze e impone una riflessione che non può più essere rimandata». A esprimere profondo cordoglio e indignazione è Domenico Pecere, ambasciatore del Patto europeo per il clima, da anni impegnato per promuovere le iniziative della Commissione europea con azioni…
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La morte del signor Oronzo Epifani, travolto dal nubifragio che ha colpito Ostuni recentemente, «scuote le coscienze e impone una riflessione che non può più essere rimandata». A esprimere profondo cordoglio e indignazione è Domenico Pecere, ambasciatore del Patto europeo per il clima, da anni impegnato per promuovere le iniziative della Commissione europea con azioni concrete di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici.

«Quanto accaduto è doloroso, ingiusto e purtroppo prevedibile – dichiara Pecere – Sono ormai diversi anni che sollecito le amministrazioni comunali, compresa quella di Ostuni, ad affrontare con maggiore impegno e serietà la questione climatica, ma troppo spesso le mie richieste sono rimaste inascoltate. E oggi ci ritroviamo a piangere una vittima, in un territorio che sapevamo essere fragile e vulnerabile».

Secondo Pecere, è indispensabile che le istituzioni locali aggiornino con urgenza i piani urbanistici e adottino i piani climatici, integrando misure di mitigazione e adattamento capaci di rispondere a una realtà climatica ormai mutata. «Non si tratta più di emergenze isolate, ma di un nuovo scenario con cui dobbiamo convivere. E ogni ritardo nell’agire rappresenta un rischio per la vita dei cittadini. Ne è di esempio il Piano di Azione dell’Energia Sostenibile e del Clima (PAESC), portato in consiglio comunale ad Ostuni per l’approvazione con un ritardo ingiustificabile. Un piano che è stato approvato nella tarda notte dell’ultimo giorno utile per non perdere il finanziamento ma che nessuno ha potuto visionare pubblicamente. È saltato, infatti, tutto quel percorso partecipativo con la cittadinanza e con gli stakeholders che un piano del genere necessita prima dell’approvazione e non dopo. Del nuovo piano urbanistico generale (PUG), invece, neppure l’ombra».

Pecere lancia un appello accorato all’amministrazione e alla cittadinanza: «Non possiamo più accettare che si agisca solo dopo le tragedie. È tempo di cambiare passo. Per rispetto di chi non c’è più e per il futuro di chi verrà».

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