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Mesagne, ragazzina denuncia abusi subiti da due coetanei. La responsabile del centro antiviolenza: «Istituzioni immobili»

«Serve l’educazione sessuale ed emotiva nelle scuole. Andare contro queste materie, per poi mettersi le mani nei capelli quando dei ragazzini stuprano una loro coetanea, è un cortocircuito». Così dice Lia Caprera, coordinatrice del centro antiviolenza “IoDonna”, sui fatti di Mesagne. Le sue parole, colme di rabbia e amarezza, ci restituiscono un’opinione netta sul perché…
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«Serve l’educazione sessuale ed emotiva nelle scuole. Andare contro queste materie, per poi mettersi le mani nei capelli quando dei ragazzini stuprano una loro coetanea, è un cortocircuito». Così dice Lia Caprera, coordinatrice del centro antiviolenza “IoDonna”, sui fatti di Mesagne. Le sue parole, colme di rabbia e amarezza, ci restituiscono un’opinione netta sul perché certe cose accadano.

I fatti

Due ragazzi di 12 e 15 anni, residenti a Mesagne, sono attualmente sotto indagine per presunti reati di violenza sessuale e sequestro di persona in seguito alle accuse mosse da una coetanea di 13 anni. L’indagine è stata avviata dalla Procura per i minorenni di Lecce dopo che la giovane ha presentato denuncia presso la stazione dei carabinieri di Mesagne. Secondo quanto emerso, l’episodio risalirebbe alla metà di settembre e i tre adolescenti si conoscevano tra loro. La ragazza ha riferito di essere stata costretta ad isolarsi con i due ragazzi e di aver subito atti sessuali contro la sua volontà. Ha, inoltre, dichiarato di essere stata trattenuta con forza nel tentativo di fuggire, circostanza che ha portato all’accusa di sequestro. Le forze dell’ordine hanno preso in carico la denuncia e avviato le verifiche sull’episodio, che ha lasciato attonita la comunità mesagnese e non solo.

Gli abusi

«Il problema è endemico e al contempo radicato da secoli nella nostra società» dice Caprera. «È da secoli che, gli uomini in particolare, stuprano e perpetrano violenza. Questo è un tema che si abbraccia perfettamente a quello del consenso, del revenge porn e di tutti quei tipi di violenza che riempiono le pagine dei quotidiani ogni giorno». Sognare un mondo senza abusi, però, non è utopico. «Le istituzioni – prosegue Caprera – non fanno niente per contrastare questi fenomeni. Serve educazione sessuale ed emotiva nelle scuole, nei posti di lavoro, ovunque. Sognare un mondo senza abusi non è utopico, è una realtà che va raggiunta. Il processo sarà lungo ma se tutti e tutte daranno il loro contributo, sono certa che un mondo senza violenze sarà possibile».

Educazione sessuale ed emotiva che spesso, secondo Caprera, vengono ostacolate per propaganda politica. «In Italia ci mettiamo le mani nei capelli, com’è giusto che sia, quando succedono queste cose. Poi, però, quando nelle scuole viene proposta l’educazione sessuale o emotiva, qualcuno fa propaganda politica dicendo che ai bimbi si insegna “la teoria del gender”, che ancora non si è ben capito cosa sia. Questo – conclude – è un vero e proprio cortocircuito».

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