SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Brindisi, un lavoratore di Cerano scrive a Meloni: «Delusione profonda per la gestione»

In un momento storico così delicato, figlio del complesso quanto farraginoso processo di decarbonizzazione, c’è chi, esasperato per una visione tutt’altro che rosea del proprio futuro, si rivolge direttamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in quanto abbandonato da chi dovrebbe, invece, tutelarlo. È il caso di Daniele Mazzotta, lavoratore presso la centrale Enel di…
l'edicola

In un momento storico così delicato, figlio del complesso quanto farraginoso processo di decarbonizzazione, c’è chi, esasperato per una visione tutt’altro che rosea del proprio futuro, si rivolge direttamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in quanto abbandonato da chi dovrebbe, invece, tutelarlo. È il caso di Daniele Mazzotta, lavoratore presso la centrale Enel di Cerano di Brindisi.

La missiva

Riportiamo fedelmente di seguito la lettera indirizzata al primo ministro: «Illustrissimo Presidente Giorgia Meloni – si legge nella missiva di Mazzotta – Le scrivo per esprimere la mia profonda delusione e amarezza in merito all’esperienza lavorativa che sto vivendo presso la Centrale Enel di Cerano, a Brindisi. In questo contesto, si percepisce una grave mancanza di trasparenza e comunicazione all’interno delle istituzioni. Solo ieri, su diverse testate giornalistiche locali e nazionali, sono emerse posizioni discordanti all’interno della stessa maggioranza di Governo, sia a livello centrale che territoriale, riguardo alla chiusura dell’impianto. In più occasioni sono state prese decisioni di grande rilevanza senza coinvolgere noi lavoratori, né informandoci adeguatamente. Personalmente, credo in un ambiente lavorativo in cui le idee e le opinioni dei dipendenti siano ascoltate, valorizzate e tenute in considerazione. Inoltre, ho riscontrato una preoccupante assenza di supporto da parte di coloro che dovrebbero tutelare i diritti e il benessere dei lavoratori. In momenti cruciali, mi sarei aspettato orientamento, consigli, un sostegno concreto che mi aiutasse a difendere con determinazione il mio posto di lavoro. Al contrario, ho spesso avvertito una sensazione di isolamento, quasi di abbandono. Nonostante ciò, ritengo fondamentale portare alla Sua attenzione queste criticità, affinché possano essere individuate soluzioni efficaci e sostenibili. L’obiettivo è uno solo: costruire un ambiente di lavoro positivo, motivante e inclusivo, che non lasci indietro nessuno. In questa fase di incertezza, noi lavoratori rappresentiamo l’anello più debole della catena, e sappiamo bene quale sorte tocchi a chi è lasciato indietro. La ringrazio per l’attenzione e rimango in attesa di un Suo riscontro».

Il posticipo

Intanto, il governo sembra intenzionato a posticipare al 2030 la phase out del carbone. Per i consiglieri Luperti e Greco si tratta di una boccata d’ossigeno con alcuni interrogativi: «Si chiarisca subito, però, quale soluzione si intende adottare per lo scarico del carbone, visto che la banchina non sarà più a disposizione dell’Enel. Si andrà a Costa Morena Nord (banchina già data in concessione ad MSC)? Oppure si andrà a Costa Morena Est dove è prevista la concessione ad Edison? E con la banchina Enel che si farà? Sarà data in concessione attraverso una gara pubblica? Adesso più chiarezza: vietato sbagliare ancora», tuonano.

ARGOMENTI

brindisi
cerano
daniele mazzotta
enel
giorgia meloni
lavoro

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(424690)
  [1]=>
  int(419849)
  [2]=>
  int(419066)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!