«In un Paese civile, luoghi come questo non dovrebbero esistere». È dura e senza mediazioni la condanna dell’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Salis, al termine della visita di ieri al Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Restinco, alle porte di Brindisi. Quello che ha trovato nella struttura, viene definito dall’europarlamentare «un ambiente patogeno, nemico della salute mentale e fisica delle persone», gettando ombre sui Cpr, spesso al centro di polemiche per violazioni dei diritti umani e inadeguatezze sanitarie.
La visita
Ilaria Salis non si è limitata a una condanna generica. Dopo aver visionato il registro degli eventi critici del centro, ha parlato di «un vero e proprio bollettino di guerra», definendolo un «registro degli orrori». Secondo quanto riferito, il 2025 è già segnato da numerosi tentativi di suicidio e da episodi di autolesionismo estremo come ingerire shampoo, candeggina, oggetti di metallo o plastica: gesti disperati che denunciano una sofferenza psicologica profonda, aggravata da una condizione di detenzione percepita come arbitraria e senza via d’uscita. Le criticità non si fermerebbero alla salute mentale. Le condizioni materiali all’interno del centro sarebbero altrettanto degradanti.
«Molte persone recluse – ha raccontato Salis – devono assumere gastroprotettori per riuscire a mangiare, a causa della scarsa qualità del cibo». Le notti sarebbero spesso insonni, segnate dall’ansia e dal terrore: «Vivono nella paura costante di essere trasferiti in Albania, un luogo che percepiscono come ancora più pericoloso». Salis ha svolto la visita accompagnata da un medico, una mediatrice culturale e un collaboratore, cercando di raccogliere testimonianze dirette dai migranti del centro. Un quadro di «assoluta precarietà» sarebbe emerso dalle conversazioni con le persone recluse che avrebbero denunciato anche la carenza di cure mediche adeguate. «Proprio ieri mattina – ha riferito l’europarlamentare – una persona diabetica è stata trasportata d’urgenza in ospedale per una crisi glicemica».
La politica
Al centro della critica di Salis c’è la natura stessa dei Cpr, nati per trattenere persone senza documenti in attesa di espulsione. «Non è accettabile che persone che non hanno commesso reati vengano detenute solo perché prive di documenti regolari», ha detto, sottolineando come la detenzione amministrativa rappresenti una violazione dei diritti fondamentali. «In Italia – ha ricordato – si può essere trattenuti per un massimo di 18 mesi. In Francia, dove pure esiste questa pratica, il limite è di 90 giorni. Poi si viene rimpatriati o liberati». La richiesta dell’europarlamentare è chiara: abolire la detenzione amministrativa e superare il modello dei Cpr. «Non possiamo continuare a nascondere sotto il tappeto la sofferenza di esseri umani trattati come colpevoli senza processo». La visita al Cpr di Restinco è l’ultima tappa di un percorso di denuncia che Salis sta portando avanti, visitando diverse strutture analoghe sul territorio nazionale.