Ennesimo episodio di violenza nel carcere di Trani, avvenuto sabato mattina nei confronti di un detenuto. L’uomo, si presume un lavoratore delle sezioni, è stato prima accerchiato e poi malmenato a sangue, da parte di altri reclusi ristretti nel nuovo padiglione “Europa” posto al terzo piano.
Il malcapitato prima soccorso, poi ricoverato d’urgenza all’ospedale civile di Andria, è stato dimesso domenica mattina. Non si conosce ancora il motivo del pestaggio, al momento sono in corso le indagini da parte degli acquirenti.
Sempre più preoccupanti le comunicazioni del coordinamento sindacale penitenziario – comparto sicurezza e difesa FS-Co.S.p. che denuncia la situazione di stallo in cui versa il carcere di Trani. Di fatto ad oggi il penitenziario di Trani consta un numero di circa 350/370 detenuti con vigilanza di pochi agenti della polizia penitenziaria. Agenti costretti a turni di 8 e 10 ore al giorno, a volte con doppio e triplo reparto da controllare perché in sottorganico di 80 unità. Un carcere dove manca da mesi un comandate titolare di reparto, in quanto il precedente indagato e sospeso con altri ispettori e poliziotti.
Questo accade nonostante la FS-COSP abbia sollecitato il vertice politico, la ministra Cartabia, e quello del dipartimento, Bernardo Petralia, ad emanare un urgente provvedimento nazionale e nel contempo di espletamento, assegnando provvisoriamente un dirigente di polizia di provata e datata capacità di sicurezza proveniente dal gruppo operativo mobile – con al seguito almeno 50 agenti del Gom.
«Gli istituti penitenziari di Trani necessitano di una nuova dirigenza amministrativa – dichiarano dal sindacato – dopo i gravissimi episodi delle rivolte, sommosse, delle evasioni, morte di detenuto sezione blu, dai pestaggi contro il personale di polizia penitenziaria e dei gravi fatti di corruzione e depistaggio ancora all’attenzione della magistratura».
È interessante per il coordinamento sindacale penitenziario «sapere cosa si aspetta da Roma e da Bari. Che le carceri di Trani sprofondano ancora di più di quanto siano cadute nella vergona mediatica e della magistratura. Siamo preoccupati, lo abbiamo detto e ribadito in occasione dei 15 contagi Covid-19 tra poliziotti, civili e detenuti, quando abbiamo anche smentito le notizie di negatività numerica diffusa alla stampa dalla stessa fonte ufficiale del carcere, e lo ribadiamo oggi dopo il vile pestaggio consumato in carcere».