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Andria, polemica dopo la multa all’artista della strada più piccola: «Manca ancora il regolamento sull’arredo»

Al momento, l’assenza di un regolamento comunale sull’arredo del centro storico impedisce ai cittadini di prendersi cura della città. La vicenda legata all’opera meritoria del cittadino andriese Antonio Vilella, che si è adoperato per rendere un giardino urbano quello che prima era luogo di degrado, di perversione, di accumulo di rifiuto ed escrementi, al primo…
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Al momento, l’assenza di un regolamento comunale sull’arredo del centro storico impedisce ai cittadini di prendersi cura della città. La vicenda legata all’opera meritoria del cittadino andriese Antonio Vilella, che si è adoperato per rendere un giardino urbano quello che prima era luogo di degrado, di perversione, di accumulo di rifiuto ed escrementi, al primo vicolo San Bartolomeo nel cuore del centro storico andriese, dove c’è la stradina più stretta, fa emergere un’esigenza sempre più stringente e che potrebbe supportare il rilancio e la rivalutazione di quei luoghi, di interesse storico, spesso dimenticati e lasciati all’incuria e all’inciviltà.

Uno strumento che potrebbe, così, rivelarsi strategico per lo sviluppo socio culturale del centro storico andriese. Non manca la denuncia da parte di Unibat. «Una città bloccata, ingessata. Regolamento atteso da un anno e mezzo. Manca anche il documento strategico del commercio. Dov’è il cambiamento? – esordisce Savino Montaruli – le dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza urbana ed alla protezione civile, Pasquale Colasuonno, fanno emergere in tutta la sua gravità una situazione di stallo, ingessata». Così viene definita la situazione in città dall’attivista sociale, Savino Montaruli, presidente dell’associazione di rappresentanza Unibat di Unionecommercio, iscritta all’albo comunale delle associazioni, che replica all’assessore Pasquale Colasuonno.
«Le dichiarazioni dell’amico Colasuonno mi hanno lasciato atterrito, orripilato, sconvolto. Capisco la sua preoccupazione ma non comprendo come si possa penalizzare pubblicamente un cittadino meritevole di attenzione istituzionale, e magari anche di qualche sostegno materiale. Non si può, per una negligenza, per una manchevolezza, per un’omissione amministrativa penalizzare i cittadini che vogliano occuparsi della gestione volontaristica e civica del proprio quartiere – sottolinea Montaruli – questo non è concesso a nessuno quindi l’assessore comunale o chi per lui faccia esattamente come ha fatto per gli esercenti che hanno avuto in manutenzione ed in affido altre piazze cittadine e luoghi pubblici». Montaruli poi offre all’assessore un consiglio: «Si renda consapevole della volontà del signor Antonio Vilella, cavaliere di Resilienza, predisponga la richiesta di affidamento del primo vicolo San Bartolomeo e la faccia firmare dal benemerito andriese, esempio di abnegazione e di amore per la propria città. Se poi il comune voglia decidere di procedere con la rimozione forzata delle piante che abbelliscono la via più stretta – conclude – opera di arredo urbano tanto decantata dalla sindaca Bruno in una sua famosa diretta audio-video, allora lo faccia sapere in anticipo in modo da organizzarci per riprendere una scena che sarebbe fortemente diseducativa e che resterebbe nella brutta storia che si sta costruendo in questa città che attendeva un cambiamento, un profondo e deciso cambiamento che non si vede neppure in lontananza».

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