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Andria, due anni fa il femminicidio di Vincenza Angrisano: in città un dolore ancora forte

Il 28 novembre 2023 è una di quelle date che Andria non potrà mai dimenticare. Anzi: non dovrà dimenticare. Oggi, infatti, ricorre il secondo anniversario da quella tragica sera in cui la città fu scossa da un femminicidio efferato: Vincenza Angrisano, di 42 anni, fu brutalmente assassinata per mano di suo marito, Luigi Leonetti, di…
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Il 28 novembre 2023 è una di quelle date che Andria non potrà mai dimenticare. Anzi: non dovrà dimenticare. Oggi, infatti, ricorre il secondo anniversario da quella tragica sera in cui la città fu scossa da un femminicidio efferato: Vincenza Angrisano, di 42 anni, fu brutalmente assassinata per mano di suo marito, Luigi Leonetti, di 51 anni, nella loro abitazione situata in un rimessaggio alla periferia dell’abitato.

Un delitto atroce, avvenuto sotto gli occhi atterriti dei due figli minorenni della coppia, all’epoca di 6 e 11 anni. Oggi, mentre la memoria di Vincenza diventa simbolo di una battaglia continua, emergono le risposte giudiziarie, le iniziative locali e le ferite ancora aperte di una comunità.

Ergastolo per il femminicida

Il percorso giudiziario ha trovato una conclusione in primo grado. Luigi Leonetti, reo confesso (fu lui stesso a chiamare il 118 ammettendo l’omicidio), è stato condannato all’ergastolo a luglio di quest’anno. La Corte d’Assise di Trani ha accolto la richiesta della Procura, riconoscendo le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e l’aver commesso il fatto in presenza dei figli. Una sentenza che, pur non potendo restituire Vincenza ai suoi cari, rappresenta un punto fermo nella lotta alla violenza di genere e invia un segnale inequivocabile sulla gravità del gesto.

Il dramma degli orfani

Il dramma maggiore resta quello dei due figli, privati della madre e, di fatto, anche del padre. Subito dopo l’omicidio, i bambini furono affidati a una zia materna e presi in carico dagli psicologi del trauma dell’Asl Barletta-Andria-Trani. Oggi vivono nella famiglia di un’altra parente stretta della povera Vincenza e il loro futuro è ora gestito dalle autorità competenti. È proprio di questi giorni l’intesa siglata tra la Procura di Trani, l’Asl Bt e diversi Comuni del territorio provinciale per rafforzare la rete di protezione e supporto per gli orfani di femminicidio, un passo cruciale per garantire loro un percorso di vita dignitoso.

Le risposte istituzionali

A due anni di distanza dal tragico evento, la sensibilità sul tema è cresciuta e ha portato all’adozione di iniziative concrete, sebbene la strada da percorrere sia ancora molto lunga.

L’Azienda sanitaria locale ha lavorato per formalizzare e rafforzare i percorsi di assistenza. Sebbene un «percorso assistenziale in emergenza per le donne vittime di violenza» fosse già in atto, sono state organizzate anche diverse attività formative specifiche per gli operatori sanitari, con l’obiettivo di garantire un’accoglienza e una gestione tempestiva ed efficace in pronto soccorso.

L’amministrazione comunale dedica iniziative e campagne di sensibilizzazione alla memoria di Vincenza, per trasformare la sua storia in un simbolo di battaglia. Porta il nome della donna il bosco urbano realizzato e curato in via Giacomo Ceruti dal forum per l’ambiente e la salute «Ricorda, rispetta». E poi eventi culturali, flash mob e la diffusione di messaggi «ad hoc» (per esempio, «L’amore non è violenza», della Polizia locale), per diffondere la cultura della prevenzione e supportare il Centro antiviolenza cittadino, con una concentrazione importante di eventi in occasione di giornate speciali, come il 25 novembre (Giornata contro la violenza sulle donne) e l’8 marzo (Giornata della donna).

In questi due anni, qualcosa è cambiato nella consapevolezza pubblica e nelle procedure, ma la violenza sulle donne resta un’emergenza che richiede un impegno costante, oltre l’anniversario della tragedia.

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