Sei persone sono state arrestate, a Modugno, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza sul presunto voto di scambio politico-mafioso in relazione alle elezioni comunali del 2020. Le persone indagate sono complessivamente 13, tra loro c’è il sindaco Nicola Bonasia.
Le misure cautelari sono state eseguite all’alba di oggi dai finanzieri del comando provinciale di Bari e dello Scico, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo pugliese.
Tra gli arrestati c’è l’assessore comunale di Modugno Antonio Lopez, candidato alle elezioni regionali in Puglia nella lista di Forza Italia, a sostegno di Luigi Lobuono.
Le accuse, contestate a vario titolo, sono di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
Stando a quanto emerso dalle indagini, ci sarebbe stato un «accordo, per le elezioni amministrative del giugno 2020 nel Comune di Modugno, tra esponenti di spicco della criminalità organizzata barese», facenti riferimento al clan Parisi, «e attori della politica locale candidati in quella tornata elettorale» e «diversi episodi estorsivi perpetrati da un imprenditore del foggiano, ai danni di imprenditori agricoli, sfruttando la caratura criminale di uno dei medesimi esponenti del clan».
I finanzieri avrebbero accertato che un candidato alle elezioni al Consiglio comunale nella tornata elettorale del 2020, poi effettivamente eletto, abbia “acquistato” voti da esponenti del clan Parisi del quartiere Japigia del capoluogo in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso.
Inoltre avrebbe fatto da tramite in occasione del ballottaggio, per procacciare voti al candidato sindaco, poi eletto, in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l’assunzione a un affiliato, il quale si è personalmente impegnato a procurare le preferenze. Secondo quanto accertato il candidato consigliere comunale avrebbe perseguito l’obiettivo di fare rapidamente e a tutti i costi «carriera politica».
Nell’ambito della stessa indagine, sono state eseguite altre cinque misure cautelari. Gli indagati si sarebbero incontrati in casa di un esponente di spicco del clan Parisi, con l’obiettivo di stringere un accordo relativo alle elezioni europee del 2024.
Sarebbe stato poi appurato come un imprenditore del Foggiano, operante nel settore della commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, sfruttando la caratura criminale dell’esponente del clan Parisi e di due suoi presunti sodali, abbia recuperato o tentato di recuperare dalle proprie vittime, tutti imprenditori agricoli, alcuni crediti derivanti dalla sua attività commerciale, minacciandole di “tagliare” il loro raccolto se non avessero onorato i debiti contratti e garantendo, successivamente, il 50% del riscosso al mafioso.










