La “dolce vita” non è soltanto il nome del celebre film di Federico Fellini o lo status decantato da Paolo Sorrentino ne “La Grande Bellezza”, ma anche il nome di uno storico locale a Bari degli anni ’90, dal quale sono passati nomi importanti della musica e del cabaret. Fondato dall’ancora apprezzatissimo duo “Toti e Tata” (al secolo Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo), divenne presto un punto di ritrovo per chi l’arte amava farla e vederla, ospitando personaggi poi divenuti di autentico grido come Aldo e Giovanni, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti e il Mago Forrest. Anche se la gallery da scorrere sarebbe infinita.
Il mito ha ripreso vita, nella sua storica sede di via Albanese a Bari, lo scorso 30 novembre per merito di cinque soci che hanno deciso nuovamente di scommettere sul vecchio nome con cui quel locale è stato sempre identificato. Tra questi i fratelli Carlo e Dario Maretti, figli d’arte di papà Nico, che hanno cercato con quest’idea di ricreare in loco un posto dove la parola “live” fosse la musa ispiratrice di una programmazione varia e di qualità legata al mondo dello spettacolo.
Carlo, 47 anni, debuttò nel 2005 con Antonio Stornaiolo in “Casa Stornaiolo” e da allora la sua carriera è stata un continuo crescendo, con apprezzati spettacoli comici e/o di intrattenimento sia in coppia con Max Boccasile che da mattatore solitario. «Ridere per me significa semplicemente stare bene e far stare bene e Dio solo sa se in questo particolare momento non ve ne sia un grande bisogno – ci spiega -. Sono cresciuto sin da piccolo in questo mondo, andando a teatro più che alle feste e ammirando i film di Totò. Prediligo la comicità del “nonsense”, quella di Cochi e Renato per intenderci, che sembra facile a dirsi ma che poi è tutt’altro che facile a farsi».
Dario, 43 anni, è invece il Direttore Artistico del locale, con importanti esperienze nel mondo della coproduzione e distribuzione di eventi e spettacoli. Attualmente ha in programma per metà gennaio su Bari la distribuzione di uno spettacolo con Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi e in passato si è per esempio occupato della coproduzione e distribuzione dello spettacolo teatrale “Basilicata Coast to Coast”, da cui poi è seguito il noto film di Rocco Papaleo.
“La Dolce Vita” a dicembre ha già ospitato personaggi famosi del calibro di Sergio Caputo, Max Pisu e Pino Campagna, con una programmazione legata in questo momento soprattutto al mondo della musica e a quello del cabaret, in un locale accogliente dove il pubblico ha quasi la sensazione di essere sul palco assieme ai protagonisti. Senza dimenticare gli spettacoli di “burlesque”, come quello che andrà in scena venerdì 7 gennaio con Sophie D’Ishtar (già nota per le sue esperienze al “Chiambretti Night” e a “Stracult”), con il solito Carlo Maretti a fare da “guastatore” con i suoi tipici intermezzi.
«Il punto di partenza che ha ispirato noi e i nostri soci – ci raccontano i fratelli Maretti – è quello di ricercare la qualità più che la quantità. Allo scopo di regalare emozioni dal vivo al pubblico, con una visione panoramica legata ai più vari contenuti e con tante idee ancora in cantiere».
Come dimostra la ricca programmazione di gennaio che, Covid permettendo, oltre all’evento del 7 di “burlesque”, prevederà il giorno seguente una esibizione dello stesso Carlo Maretti e poi, tra gli altri, le performance di Francesco Scimemi (il 15 gennaio), di Sagi Rei (il 21 gennaio), di Francesco Baccini (il 28 gennaio) e di Massimo Bagnato (il 29 gennaio).
Tutto rigorosamente “live”. Come è sempre stato in passato e continua tuttora ad essere il biglietto da visita de “La Dolce Vita”.