«Non basta dire che siamo stati fortunati a non nascere lì. Dobbiamo condividere con loro la nostra fortuna». Mariangela Bonifazi è una delle tante persone che, colpite dalle immagini della guerra in Ucraina, si dichiara pronta ad ospitare in casa i profughi.
Un appuntamento con la solidarietà a cui la Puglia non vuole assolutamente mancare. «Viviamo a Bari e in famiglia siamo in tre: io mio marito e mia figlia di dodici anni – racconta Mariangela che nella vita si occupa di marketing e comunicazione-. Abbiamo una casa grande quindi potremmo dedicare una stanza. Sento molto vicino il popolo ucraino perché lo considero europeo. Sto vivendo questi giorni come se la guerra fosse già in casa nostra. Non possiamo tirarci indietro nell’accoglienza e chi può credo debba fare la sua parte».
Come Mariangela la pensa anche Antonella Agostino, anche lei di Bari. Nella vita è dottore di ricerca in italianistica. «Non abbiamo una grandissima casa – afferma – ma sicuramente una persona possiamo ospitarla. In famiglia siamo in tre, io e mio marito abbiamo una bambina. Credo che ognuno debba fare la sua parte. Non siamo nati per essere delle isole. È vero, veniamo tutti da un periodo molto complicato. La pandemia ci ha colpiti profondamente. Non possiamo, però, voltare le spalle agli altri e, in questo caso, a chi fugge dalla guerra. Ognuno per quello che può».
Per Isabel Romano, 61 anni di Bari, c’è un motivo in più per sentire vicina questa guerra: un suo conoscente di 19 anni è bloccato a Kiev. «Frequenta l’accademia di ballo e ora è in un rifugio – racconta -. Io potrei ospitare fino a due persone e lo farei molto volentieri. Vivo da sola, quindi non avrei alcuna difficoltà a condividere i miei spazi».
