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Fabiana Chiarappa morta in un incidente stradale a Turi, arrestato don Nicola D’Onghia: «Correva e usava lo smartphone»

Nella mattinata di oggi i Carabinieri della stazione di Turi hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari - disposta dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Procura - a carico di don Nicola D'Onghia, 54 anni, indagato per i reati di omicidio stradale aggravato dalla fuga e omissione di soccorso, in…
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Nella mattinata di oggi i Carabinieri della stazione di Turi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari – disposta dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Procura – a carico di don Nicola D’Onghia, 54 anni, indagato per i reati di omicidio stradale aggravato dalla fuga e omissione di soccorso, in relazione all’incidente stradale avvenuto a Turi il 2 aprile 2025 alle ore 20:28, in cui ha trovato la morte Fabiana Chiarappa di 32 anni.

Le indagini sono state eseguite attraverso la visione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati presenti nell’area del sinistro, accertamenti tecnici di natura medico legale (in contraddittorio) e tecnica sui mezzi coinvolti nel sinistro e sull’area dell’incidente (svolti dal consulente tecnico e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri, diretti, tra l’altro, a rilevare la presenza di tracce ematiche sul mezzo condotto dall’indagato, riconducibili alla vittima), acquisizione di informazioni di persone informate e con l’interrogatorio di don Nicola D’Onghia.

Le indagini, coordinate dalla Procura, sono state svolte dai carabinieri della stazione di Turi.

L’esigenza cautelare ravvisata dalla Procura e condivisa dal Tribunale è duplice: consiste nel pericolo di inquinamento probatorio e nel pericolo di reiterazione dei reati commessi.

Il parroco era al telefono mentre guidava

Don Nicola D’Onghia andava a velocità superiore a quanto consentito in quel tratto di strada, particolarmente stretta, con l’asfalto viscido per l’umidità e con scarsa visibilità (erano le 20.30) e stava usando il telefono cellulare, chiacchierando con una persona e cercando più volte di contattarne un’altra.

È quanto emerge dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Ileana Ramundo e condotte dai carabinieri di Turi.

Secondo quanto ricostruito anche con l’ausilio delle analisi della Sis (la sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri) che hanno trovato sull’auto tracce di sangue e un capello, il sacerdote l’avrebbe investita con la parte anteriore destra della Fiat Bravo che conduceva, schiacciandole cranio, torace e organi interni, allontanandosi subito dopo. Fabiana, finita fuori strada con la sua moto, una potente Suzuky, si era rialzata e stava cercando di allontanarsi dalla strada.

Il prete, presentatosi l’indomani dai carabinieri, alla presenza dei suoi legali, gli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota, aveva spiegato di non essersi accorto di nulla ma di aver sentito solo un rumore, “come una pietra”. Per questo si era fermato poco dopo, in una vicina stazione di servizio, a controllare la carrozzeria: la scena era stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Nicola Bonante.

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