Tiene banco ormai da settimane, a Mola di Bari, la polemica sui nuovi parcheggi a pagamento che l’amministrazione comunale ha previsto per le zone centrali della città. Il servizio sarebbe dovuto entrare in funzione all’inizio di novembre ma, a seguito delle proteste dei cittadini, il Comune ha deciso di rinviarlo di un mese per cercare di trovare soluzioni relative, soprattutto, ai posti auto per i residenti.
A qualcuno, però, il servizio proprio non piace e dopo striscioni affissi ai balconi, manifestazioni pubbliche e messaggi che invitano a non pagare la sosta attaccati ad alcuni dei dispositivi installati, ignoti hanno vandalizzato uno dei parcometri, spruzzandovi sopra della vernice.
A segnalare l’accaduto, in un post pubblicato sui propri canali social, è il sindaco Giuseppe Colonna che denuncia anche un episodio di qualche giorno fa: qualcuno avrebbe danneggiato gli specchietti retrovisori della sua auto.
Il sindaco di Mola: «Capisco il disagio ma questo gesto è un’altra cosa»
«A Mola di Bari c’è purtroppo chi non perde occasione nell’alimentare ogni scintilla, chi getta benzina su ogni paura, chi trasforma dubbi legittimi in malcontento organizzato. E così la città si scalda, si irrigidisce, si esaspera», si legge nel post del sindaco, che prosegue: «Poi arriva il passo successivo. Un parcometro vandalizzato. Frutto di un clima tossico, mantenuto vivo da chi coglie ogni pretesto per agitare gli animi e trascinare tutti all’esasperazione».
Colonna ammette: «Capisco la preoccupazione di fronte a una novità. Capisco il disagio. Capisco anche il confronto acceso» ma, sottolinea, «questo gesto è un’altra cosa».
I danni all’auto
E poi c’è l’episodio dell’auto che, spiega il primo cittadino, «fino ad oggi avevo scelto di non raccontare». Qualche giorno fa, riferisce Colonna, «ho trovato gli specchietti della mia auto completamente rotti. Non era solo vandalismo. Non era dissenso. Era un messaggio chiaro che ho denunciato alle forze dell’ordine».
Il sindaco ha deciso di parlarne oggi, spiega, «perché ignorare questi gesti a quanto pare non li ferma, e anche perché non possiamo abituarci a un clima di odio che invade anche le vite private. Criticare è un diritto. Avere paura del cambiamento è umano. Attaccare chi lavora con accuse false o gesti vandalici è vergognoso», afferma.
E poi un appello ai suoi concittadini: «Finché qualcuno continuerà a soffiare sulle polemiche, a coltivare e diffondere rabbia, sarà impossibile costruire qualcosa di buono per tutti. C’è un limite a tutto. Fermiamo questa spirale, prima che faccia altri danni».










