Emergono nuovi elementi nell’inchiesta sul presunto voto di scambio politico-mafioso che ha scosso il Comune di Modugno. Gli inquirenti, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e supportati dagli uomini della Guardia di Finanza, stanno approfondendo ulteriori aspetti investigativi, anche alla luce di recenti acquisizioni di carattere informatico e documentale.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Giuseppe Montemurro, Antonio Lopez, 40 anni, ex assessore alle Attività produttive di Modugno ed ex candidato di Forza Italia alle Regionali pugliesi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Difeso dall’avvocato Cristian Di Giusto, Lopez si è comunque detto disponibile a chiarire la propria posizione nei prossimi giorni.
Secondo l’impianto accusatorio, l’ex amministratore avrebbe accettato l’intermediazione di Cristian Stragapede, considerato vicino al clan barese dei Parisi, per la raccolta di voti in vista delle elezioni comunali di Modugno del 25 giugno, in cambio di denaro, circa 25 euro per voto, o di altre utilità, come un posto di lavoro. Lopez fu poi eletto in Consiglio comunale con 195 preferenze, parte delle quali, secondo la Procura, sarebbero state ottenute grazie a quell’accordo. Anche Stragapede, difeso dall’avvocato Nicola Quaranta, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip.
L’inchiesta, che la scorsa settimana ha portato all’arresto di sei persone, ipotizza un sistema di compravendita di voti e di intese occulte tra esponenti politici locali, imprenditori e soggetti ritenuti vicini alla criminalità organizzata. Le accuse, a vario titolo, riguardano scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e detenzione illegale di armi. Secondo quanto trapela da ambienti investigativi, la posizione di Lopez potrebbe aggravarsi dopo l’esame dei messaggi WhatsApp e SMS trovati nel suo telefono.
Da tali comunicazioni emergerebbero richieste di intervento da parte di alcuni elettori, titolari di attività commerciali, che avrebbero sollecitato l’allora assessore a “far chiudere” i negozi dei concorrenti. Dai primi riscontri, le autorità comunali, ritenute al momento estranee ai fatti, avrebbero effettivamente eseguito alcuni controlli che, in diversi casi, si sono conclusi con provvedimenti di chiusura delle attività segnalate.
Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se tali azioni fossero frutto di normali procedure amministrative o se rientrassero in una presunta rete di favori legata al sistema illecito contestato. Gli accertamenti riguardano anche l’eventuale coinvolgimento o conoscenza del sindaco di Modugno, Nicola Bonasia, allo stato indagato con il sospetto che potesse essere a conoscenza del modo di fare di Lopez che lo avrebbe, comunque, agevolato.
Una situazione, quella contestata dalla Procura della Repubblica distrettuale Antimafia della quale in città si vociferava da tempo con molta gente che si lamentava di tutta una serie di situazioni che non andavano nel verso giusto e in aderenza con quanto previsto dalle norme.










