Una decisione che segna un punto fermo nella tutela del diritto alla salute dei minori con disabilità. Il Tribunale di Bari ha condannato la ASL Bari, accogliendo il ricorso promosso da 21 famiglie dell’Alta Murgia, esercenti la potestà genitoriale su bambini affetti da disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Con la sentenza, depositata lo scorso 16 dicembre, il giudice del Lavoro Francesco De Giorgi ha riconosciuto il diritto alla continuità delle cure e al rinnovo immediato dei Progetti Terapeutici Individuali, in alcuni casi bloccati dal giugno 2024.
Il contenzioso nasce nell’autunno del 2024, quando la ASL Bari aveva disposto il trasferimento dei trattamenti riabilitativi da un centro altamente specializzato di Matera a una struttura situata ad Adelfia, richiamando un regolamento regionale volto a limitare l’erogazione di prestazioni sanitarie in strutture extra-regionali. Una scelta che aveva immediatamente sollevato la protesta delle famiglie, preoccupate per le ricadute sulla salute dei propri figli. I genitori avevano infatti evidenziato come la struttura individuata distasse oltre 60 chilometri dai comuni dell’Alta Murgia, in un’area carente di collegamenti pubblici, rendendo gli spostamenti quotidiani particolarmente gravosi.
Un aspetto aggravato dalle condizioni cliniche dei minori, per i quali viaggi lunghi e stressanti risultavano incompatibili con un percorso terapeutico efficace e continuativo. Nonostante tali criticità, la ASL aveva insistito nel trasferimento, arrivando anche a sospendere l’aggiornamento dei progetti terapeutici. Nel corso del giudizio, tuttavia, la stessa azienda sanitaria ha ammesso di non disporre di centri di riabilitazione idonei né ad Altamura né in altri comuni dell’Alta Murgia, limitandosi a prorogare i trattamenti a Matera fino a giugno 2026, senza però garantire il necessario rinnovo dei percorsi di cura.
Il Tribunale ha duramente censurato questo comportamento, parlando di un «incomprensibile rifiuto» nell’erogazione di prestazioni sanitarie dovute e richiamando il dovere di solidarietà sociale sancito dall’articolo 2 della Costituzione. Per gli avvocati delle famiglie, Giovanni Di Cagno e Veronica Colella dello Studio Polis di Bari, la sentenza rappresenta una vittoria di civiltà e riafferma il ruolo della sanità pubblica come servizio essenziale, soprattutto quando in gioco c’è la salute dei bambini.










