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Mafia e droga nel Barese, gli ordini impartiti dal carcere: altri 8 arresti nel clan Misceo

Altre otto persone, alcune delle quali già detenute per altra causa, sono state arrestate dai finanzieri del comando provinciale di Bari nell'ambito dell'operazione che, il primo aprile scorso, portò all'esecuzione di 22 misure cautelari nei confronti di esponenti del clan Misceo, attivo a Noicattaro. La nuova ordinanza è stata emessa, dopo l'interrogatorio preventivo, dal gip…
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Altre otto persone, alcune delle quali già detenute per altra causa, sono state arrestate dai finanzieri del comando provinciale di Bari nell’ambito dell’operazione che, il primo aprile scorso, portò all’esecuzione di 22 misure cautelari nei confronti di esponenti del clan Misceo, attivo a Noicattaro.

La nuova ordinanza è stata emessa, dopo l’interrogatorio preventivo, dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia a seguito delle indagini condotte dai finanzieri attraverso intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e appostamenti.

Gli arrestati, in particolare, sono accusati di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, aggravati dalla finalità mafiosa. Per altri due indagati, invece, l’autorità giudiziaria ha ritenuto che non vi fossero esigenze cautelari.

L’inchiesta

Secondo l’accusa gli indagati avrebbero fatto parte di un’organizzazione radicata, strutturata e capillare. Con punti vendita “h24” nel centro storico di Noicattaro, consegne a domicilio nella movida barese e un linguaggio in codice per sfuggire ai controlli.

Nel mirino degli inquirenti è finito il clan Misceo, gruppo mafioso già riconosciuto in sede giudiziaria con sentenze definitive, operativo a Noicattaro ma con ramificazioni nei comuni di Gioia del Colle, Triggiano, Capurso, Bari e Fasano.

Secondo quanto ricostruito, il centro decisionale sarebbe stato all’interno del carcere di Napoli-Secondigliano.

Gli indagati avrebbero gestito un’intensa attività di spaccio grazie a una doppia modalità: da un lato, veri e propri “punti vendita” attivi a ogni ora nel centro storico di Noicattaro, dove lo scambio di droga e denaro avveniva con il tradizionale “calo dei cestini” dai balconi; dall’altro, un servizio “a chiamata”, con consegne notturne a domicilio nei luoghi della movida barese.

Gli indagati, inoltre, avrebbero utilizzato un linguaggio in codice per eludere le intercettazioni: la marijuana veniva chiamata “bob“, la cocaina “giubbotto della Versace” o “filo spinato“, l’hashish “limoni” e un grosso carico era annunciato come “il Papa che arriva da Roma“. Il denaro, invece, era indicato come “documenti“.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 5 chili di cocaina, 16 di hashish, 21 di marijuana, una pistola con caricatore e 22 proiettili. Sette corrieri sono stati arrestati in flagranza e sono stati individuati cinque depositi – le cosiddette “cupe” – in cui la droga veniva stoccata e preparata per la vendita.

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