Un nuovo, grande gesto di altruismo è stato compiuto al Policlinico di Bari, dove un donatore ha offerto una speranza di guarigione a un paziente in attesa di trapianto. È stata eseguita con successo una donazione di cellule staminali emopoietiche da midollo osseo, una procedura che ha visto la stretta collaborazione tra i professionisti del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione e l’équipe di Ematologia.
Solo nell’ultimo anno, l’Azienda ospedaliero-universitaria ha registrato un totale di 15 donazioni da parte di volontari iscritti al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR): 14 da sangue periferico e una da midollo osseo.
Il donatore, con un atto di grande generosità, ha permesso il prelievo delle cellule che sono state immediatamente inviate al centro trapianti che seguirà il paziente compatibile. L’intero processo è stato gestito nel pieno rispetto delle procedure internazionali di sicurezza, tracciabilità e anonimato, garantendo la tutela sia del donatore che del ricevente. La procedura, eseguita in anestesia generale, ha coinvolto un team multidisciplinare composto da specialisti di Ematologia e del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione.
Il Policlinico di Bari ha voluto ringraziare l’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) per il costante lavoro di sensibilizzazione e reclutamento, e il Centro Trasfusionale dell’ospedale per il supporto e il coordinamento quotidiano.
Come diventare donatore e salvare una vita
Per diventare donatori di midollo osseo è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, godere di buona salute e pesare almeno 50 kg. L’iscrizione al Registro IBMDR avviene tramite un semplice prelievo di sangue o un tampone salivare per stabilire la compatibilità genetica (HLA).
In caso di compatibilità con un paziente, il donatore viene contattato e sottoposto a ulteriori accertamenti. La donazione effettiva può avvenire in due modi: tramite il sangue periferico o, come in questo caso, dal midollo osseo, a seconda delle esigenze cliniche. Si tratta di una scelta volontaria e consapevole, che può offrire una cura salvavita a chi soffre di leucemie, linfomi, mielodisplasie o altre gravi malattie ematologiche, anche in un altro Paese.