Un imprenditore di Gioia del Colle, attuale compagno della ex moglie dell’avvocato e professore universitario Gaetano Filograno – condannato per detenzione di stupefacenti -, è stato ascoltato oggi in Tribunale a Bari come testimone.
«Ho ricevuto minacce di morte, ho trovato feci davanti alla porta di casa, la mia macchina è stata distrutta, avevo persone sotto casa che mi seguivano e che io ho denunciato», ha affermato l’imprenditore, aggiungendo che «ogni volta che mi spostavo con la mia compagna ricevevo la chiamata di Filograno. Vedevo spesso una persona sotto casa mia, poi riconosciuta nel garagista Nicola Piperis».
Filograno è stato condannato in via definitiva a due anni e otto mesi di reclusione per detenzione di stupefacenti, in quanto – secondo quanto ricostruito – avrebbe fatto in modo che nel 2014, durante un controllo, la Guardia di finanza trovasse della cocaina nell’auto dell’imprenditore. Questi fu arrestato in flagranza ma poi assolto con formula piena nel 2017.
Questo «complotto» contro l’imprenditore sarebbe stato organizzato – per l’accusa – insieme a Nicola Loprieno, avvocato e consigliere comunale del centrosinistra a Bari, attualmente a processo con le stesse accuse contestate a Filograno. Ma, a differenza di quest’ultimo, Loprieno non ha scelto il rito abbreviato.
Oggi, quindi, l’imprenditore è stato ascoltato come testimone e ha raccontato le minacce e le intimidazioni subite per circa un anno da Filograno, che per questo fu denunciato per stalking. «Mi minacciava, mi ha sputato in faccia più volte, mi ha dato dei calci».
Figura importante in questa vicenda è il garagista Nicola Piperis. Che, ha raccontato oggi l’imprenditore, in passato si sarebbe appostato sotto casa sua: «La mia compagna lo riconobbe perché era il garagista della famiglia Filograno». Qualche tempo dopo l’assoluzione, l’imprenditore incontrò Piperis («non sapevo ci fosse, l’incontro è durato solo un minuto e poi sono andato via») e fu quest’ultimo a raccontargli la vicenda della droga: «Piperis mi ha detto che a organizzare tutto questo erano stati Filograno e Loprieno. Dopo quell’incontro non l’ho mai più visto».
Dopo la deposizione dell’imprenditore, in aula è stato ascoltato anche il maresciallo della guardia finanza Francesco Furchì, che condusse insieme ad altri colleghi la perquisizione del 2014 durante la quale fu trovata la cocaina. Furchì, rispondendo alle domande dei pm, ha detto di aver ricevuto da Loprieno la «soffiata» sull’imprenditore: al finanziere, infatti, sarebbe stato raccontato che l’uomo spacciava droga perché in difficoltà economiche. La deposizione del maresciallo è durata a lungo, e nel corso della sua testimonianza (incalzato dai difensori di Loprieno e anche dal Tribunale) si è ripetutamente contraddetto, stando alle valutazioni della difesa. Si tornerà in aula il prossimo 23 ottobre.